Occupy Wall Street 99%, racconta la nascita del movimento che nel 2011 catturò l’attenzione degli Stati Uniti, attraverso l’uso di numerose macchine da presa impiegate lungo tutto il paese. Per questo motivo nella realizzazione di questo progetto sono stati necessari ben cinque registi Audrey Ewell, Aaron Aites, Lucian Read e Nina Krstic.
Al debutto nel lungometraggio Martha Shane e Lana Wilson affrontano il difficile tema dell’aborto. After Tiller segue le vite di quattro dottori, che dopo l’assassinio del collega George Tiller, sono rimasti gli unici medici a praticare l’aborto in Kansas.
Dalle premesse interessanti si annuncia American Promise in cui i registi Joe Brewster e Michèle Stephenson hanno seguito per 12 anni (dal 1999) la crescita del figlio e del migliore amico. I due, inizialmente insieme nella prestigiosa scuola privata Dalton, vedranno le strade dividersi quando uno proseguirà nelle scuole private e l’altro continuerà l’istruzione nella scuola pubblica.
Steve Hoover, alla sua prima prova nel lungometraggio, documenta la commovente storia del migliore amico “Rocky Anna” in Blood Brothers. Insoddisfatto della sua vita in America, Anna si reca in India per aiutare bambini bisognosi. Questo lo porterà a costruire legami importanti e a dare nuovo senso alla vita.
Amore e arte sono al centro di Cutie and the Boxer debutto di Zachary Heinzerling. L’autore racconta 40 anni di relazione tra Ushio e Noriko Shinohara due artisti giapponesi incontratisi a New York all’inizio degli anni ’70.
In God Loves Uganda, l’autore Roger Ross William (primo artista afro-americano a vincere l’Oscar per aver diretto e prodotto un film) narra il movimento missionario in Uganda, per mezzo di un disturbante vérité footage che ha lo scopo di colpire gli spettatori.
Una malattia rara come la Progeria è argomento di Life According to Sam girato a quattro mani da Sean Fine e Andrea Nix Fine. Il film racconta il coraggio con cui Leslie Gordon e Scott Berns, entrambi dottori, hanno combattuto la malattia del figlio Sam. Rifiutatisi di accettare la diagnosi secondo cui il bambino sarebbe morto, in meno di dieci anni sono riusciti a trovare una cura alla Progeria, sino a prima giudicata letale.
Con Manhunt di Greg Barker viene messo in luce, ciò che sta dietro alla morte di Osama Bin Laden. Pochi sanno che l’organizzazione terroristica di Al Qaeda, era seguita dalla CIA da molto prima degli attacchi dell’11 Settembre 2001. Con questo documentario Barker, ex corrispondente di guerra, mostra le vicende rimaste dietro ai riflettori e si interroga sulle scelte morali a cui conduce la guerra. Tema che torna in Dirty Wars in cui Richard Rowley illustra l’ascesa di Joint Special Operations Command (JSOC), la più segreta organizzazione militare degli Stati Uniti.
Anche Marta Cunningham alla sue prima prova come regista sceglie un argomento non facile: in Valentine Road, racconta infatti l’omicidio dello studente Larry King per mano del compagno Brandon McInerney. Avvalendosi delle numerose notizie sull’assassinio, Cunningham mette lo spettatore di fronte a due storie, quella del killer e quella della vittima.
In Gideon’s Army la film-maker Dawn Porter illustra la storia di tre avvocati impiegati nel servizio pubblico, che si dedicano a difendere persone che la società preferirebbe dimenticare. Il documentario si interroga se avvocati di questo tipo resisteranno o saranno sconfitti dal lavorare in condizioni precarie.
L’eterna lotta tra il denaro e la democrazia è alla base di Citizen Koch realizzato dai candidati all’Oscar (nel 2009 per Trouble the Water) Carl Deal e Tia Lessin. Già co-produttori dei film Fahrenheit 9/11 e Capitalism: A Love Story, i due autori continuano il percorso di denuncia del sistema politico americano mostrando come lo stato del Wisconsin sia diventato fondamentale nelle campagne elettorali.