È merito del Sundance Film Festival se oggi ammiriamo le opere di Quentin Tarantino, Paul Thomas Anderson, Darren Aronofsky, Jim Jarmusch, Steven Soderbergh e Robert Rodriguez.
Non dimentichiamo poi che titoli cult come Little Miss Sunshine e Sex, Lies and Videotape sono stati lanciati dallo stesso festival.
Anche quest’anno il programma annunciato sembra essere ricco e interessante; 16 anteprime mondiali competono nella categoria U.S. Dramatic in cui spiccano, tra gli altri, titoli come Kill Your Darlings, Ain’t Them Bodies Saints, Fruitvale e Emanuel and the Truth About Fishes.
In Kill Your Darlings, diretto da John Krokidas, sono narrate le vicende che dettero vita al movimento beat, ovvero l’incontro tra Jack Kerouac, William Burroughs e Allen Ginsberg a cui dà volto un quasi irriconoscibile Daniel Radcliffe.
Il premio Oscar Octavia Spencer (nel 2012 per The Help) è tra i protagonisti di Fruitvale, ispirato al tragico omicidio del ventiduenne Oscar Grant ucciso a sangue freddo dalla polizia il 31 dicembre 2009. Il regista Ryan Coogler era già stato selezionato dal Sundance nel 2012, per la sceneggiatura di questo lungometraggio.
In Emanuel and the Truth About Fishes, Francesca Gregorini, alla sua seconda prova di regia, dirige Kaya Scodelario, Jessica Biel e Alfred Molina in quella che è già stata definita un’opera pervasa da humour dark, capace di alternare momenti surreali a reali.
La talentuosa Juno Temple (vista di recente in Killer Joe) interpreta la stripper McKenna in Afternoon Delight di Jill Soloway. Qui viene affrontato il difficile percorso di crescita della così detta generazione Peter Pan, costantemente alla ricerca di nuove emozioni nonostante sia in possesso di ogni genere di svago.
L’ultra saccheggiato mondo di Jane Austen torna in Austenland di Jerusha Hess. Jane (Keri Russell) ossessionata dall’immaginario austeniano, tanto da possedere una bambola a grandezza naturale di Mr Darcy, si reca ad Austenland, sorta di fedele ricostruzione delle ambientazioni della scrittrice, per prendersi una vacanza e
Un titolo che sulla carta si annuncia interessante è C.O.G. in cui David (Jonathan Groff) giovane dai semplici ideali, sogna di trascorrere l’estate lavorando in una fattoria dove si producono mele, assieme alla migliore amica. Quando quest’ultima si tira indietro, a David non resta che intraprendere il viaggio da solo. Ciò lo porterà a fare una serie di incontri che lo aiuteranno a crescere. Il film è diretto da Kyle Patrick Alvarez, vincitore nel 2010 del Someone to Watch Award agli Indipendent Spirit Awards.
Fa parte di questa categoria anche il debutto alla regia di Stacie Passon intitolato Concussion. Il film ruota attorno alle vicende di Abby (Robin Weigert) casalinga quarantenne che, a seguito di un colpo alla testa provocato dalla palla da baseball del figlio, capisce che la vita nei sobborghi non fa per lei e va in cerca di qualcosa di nuovo trasferendosi a New York.
Dopo aver portato al Sundance del 2011 il cortometraggio Worst Enemies, la regista, scrittrice ed interprete Lake Bell torna con il lungometraggio In a World,storia di una vocal coach che, spinta dal padre, tenta di realizzare la sua aspirazione; divenire voice-over nei trailer dei film.
Il cambiamento e la crescita sembrano essere alcuni dei temi principali affrontati dai giovani autori partecipanti al Sundance. Anche in The Lifeguard di Liz W. Garcia, la protagonista Leigh (Kristen Bell) si trova alle prese con la fine della sua perfetta vita newyorkese e il conseguente ritorno nella sobborgo del Connecticut dove è cresciuta.
In May in the Summer di Cherien Debis la May del titolo possiede tutto; un libro di successo, una splendida vita in città e un perfetto fidanzato. Ma quando si reca in Giordania per programmare il matrimonio con il consenso dei genitori, la madre che essendo di credo cristiano disapprova l’unione della figlia con un uomo di religione musulmana, tenta di boicottare le nozze. Questo porterà May a riflettere sul matrimonio. (continua nella pagina successiva…)