domenica, Dicembre 22, 2024

Taormina film fest 2011, l’incontro con Maya Sansa

L’attrice italo-iraniana presente al Taormina Film Fest come membro della giuria internazionale insieme fra gli altri a Patrice Leconte ha intrattenuto il pubblico formato da giornalisti e studenti di uno degli incontri del Campus Taormina, ripercorrendo la sua brillante carriera costellata dai film d’autore che meglio hanno caratterizzato il cinema italiano nel decennio appena trascorso. Nel momento del suo maggiore successo, dopo i consensi di La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, Buongiorno Notte di Marco Bellocchio e L’Amore Ritrovato di Carlo Mazzacurati, l’attrice ha proseguito la sua carriera trasferendosi in Francia. «Negli ultimi anni ho girato diverse pellicole francesi, che purtroppo in Italia non sono state ancora distribuite. Quando avevo 18 anni sono andata a studiare a Londra alla Guildhall School of Music and Drama dove sono rimasta per 5 anni. Finiti gli studi ho avuto la grande fortuna di conoscere Marco Bellocchio che mi ha scelta per il film La Balia a fianco di Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi. Nella mia carriera ho scelto di cambiare sempre, infatti dopo il film con Bellocchio tendevano a propormi lo stesso tipo di ruolo, quello della brava ragazza italiana, buona, quasi una santa, ma mi stava stretto perciò ho voluto esplorare personaggi più complessi. Mi piacciono i soggetti interessanti, i registi di spessore, e soprattutto ci tengo a lavorare con delle produzioni che proteggono i film, che ne hanno cura; ma la cosa che più mi affascina è esplorare ogni volta la complessità di un nuovo personaggio.»

Alla domanda se, in questo momento nel quale il cinema italiano sembra vivere il momento d’oro della commedia disimpegnata, non le piacerebbe interpretare un ruolo in un film più commerciale, Maya ha risposto: «Non mi dispiacerebbe affatto recitare in una commedia, anzi. Sono un’attrice quindi mi piace cambiare ed evolvermi. Il fatto è che non sono la prima persona che chiamano quando ci sono in ballo progetti di questo tipo, probabilmente anche per via del mio background fatto di ruoli prevalentemente drammatici.»

Sulle produzioni televisive l’atteggiamento dell’attrice è di grande apertura e onestà: «Confesso che all’inizio ero scettica e quando mi chiamarono ad interpretare La meglio gioventù ho accettato soprattutto spinta dalla voglia di lavorare con Giordana. Poi mi sono accorta di quanto lavoro, serietà e impegno ci siano dietro alla produzioni tv di qualità. Più recentemente ho preso parte ad Einstein diretto da Liliana Cavani nel quale interpretavo il ruolo di Mileva Mari ruolo per il quale ho dovuto lavorare molto sul linguaggio, per donargli un’inflessione serba. Se ben diretti i film per la tv possono essere delle meravigliose opportunità, per noi attori, di approfondire il carattere di un personaggio. Penso poi alla qualità di certe produzioni televisive americane come la HBO che ha raggiunto dei livelli davvero superbi.»

Maya Sansa ha poi anticipato qualcosa sul film Il primo uomo diretto da Gianni Amelio che sarà con ogni probabilità presentato al prossimo Festival del Cinema di Venezia: «Il film, una coproduzione italo-francese è tratto dall’opera di Albert Camus e racconta il suo ritorno in Algeria per ritrovare la madre, che io interpreto da giovane nei ricordi dello scrittore, mentre nella sua maturità ha il volto di Catherine Sola, una eccezionale attrice francese. È stata un’esperienza intensa, su di un set particolarmente difficile. Gianni Amelio ed io eravamo praticamente gli unici italiani, mentre il cast tecnico era tutto algerino. Ci sono stati dei ritardi nei pagamenti della troupe e per protestare alcuni tecnici hanno quasi distrutto il set, poi tutto si è per fortuna risolto. A me piace molto viaggiare con il cinema e questo è stata l’opportunità di sperimentare un modo di fare cinema molto spartano, non avevamo neanche una roulotte. Il film è davvero bello e si avvale della straordinaria interpretazione dell’attore francese Denis Podalydès con cui avevo già girato e che è bellissimo vedere lavorare.»

Ecco come Maya Sansa ha risposto alle domande postegli da Caterina Liverani per Indie-eye:

Qua a Taormina è appena stata Monica Bellucci che ha ricevuto il Taormina Arte Award e tenuto una masterclass. Monica è un’ attrice che ha legato la sua immagine anche al lato glamour del cinema, essendo spesso testimonial di campagne pubblicitarie di brand internazionali. Che rapporto ha lei con questa parte del suo lavoro?

Con il glamour e con la moda ho spesso avuto un rapporto conflittuale, specialmente quando ero più giovane. Facevo fatica ad accettare questo aspetto dell’essere attrice e “mi proteggevo” cercando di essere il più acqua e sapone possibile e adottando un look sempre sobrio. Arriva però un momento, quando cresci, nel quale ti allontani da certi estremismi e capisci di dover essere un po’ più plasmabile. Non mi hanno mai chiamata per delle campagne pubblicitarie, ma credo che sarei una ottima testimonial per qualche marchio di cosmetici bio (ride).

Quali sono i registi italiani della nuova generazione con i quali vorresti lavorare?

Mi piacerebbe lavorare con qualche regista che sia anche attore, penso a Kim Rossi Stuart, Sergio Rubini, Castellitto. Sarei molto curiosa di vedere il loro modo di dirigere e scoprire il loro punto di vista, sicuramente diverso rispetto a quello di un normale regista. Ma sono anche un’ammiratrice di Crialese, Sorrentino, Molaioli, Garrone. Sono davvero pochi i registi con cui non mi piacerebbe girare.

Qualche autore straniero?

La lista sarebbe lunghissima. Mi ha sempre affascinato il Ridley Scott di Blade Runner, ma anche David Lynch. Ricordo che vidi Elephant Man all’età di 11 anni ed ebbe un’impressione fortissima su di me, a quell’età si è molto ricettivi verso certe tematiche. Un altro dei miei idoli è poi Martin Scorsese.

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