Quarta giornata del Taormina film fest 2011 in programma fino al prossimo 18 giugno. Quest’anno i riflettori sono puntati su 3 paesi del Maghreb –Tunisia, Algeria e Marocco— coinvolti in enormi cambiamenti sociali, che hanno, ovviamente, una forte influenza anche sulla cinematografia. La rassegna sul Maghreb ed i relativi ospiti è il focus trasversale a tutte le giornate del Festival insieme ad una serie di incontri e di scambi che coinvolgono anche molte delle produzioni Italiane degli ultimi mesi. Il 14 giugno, Campus Taormina ha presentato incontro con l’attrice Maya Sansa. Uno degli indiscussi maggiori talenti del cinema italiano d’autore dell’ultimo decennio, protagonista di Buongiorno Notte, La Balia, La meglio gioventù, L’uomo che verrà e La pecora nera ha incontrato gli studenti e i giornalisti in una masterclass moderata da Deborah Young, Direttore Artistico del Taormina Film Fest. Parigina d’adozione da 7 anni ha deciso di lasciare il paese all’apice della sua consacrazione come nuova musa del cinema impegnato per assecondare il suo spirito nomade e per conoscere e sperimentare nuove cinematografie, mantenendo però stretto il suo legame con L’Italia. Sarà infatti la protagonista del nuovo film di Gianni Amelio Il primo uomo tratto da l’ultimo romanzo, incompiuto di Albert Camus, che verrà con molta probabilità presentato al prossimo Festival del Cinema di Venezia. Abbiamo dedicato uno spazio redazionale apposito all’incontro con Maya Sansa, che è possibile leggere su Indie eye straneillusioni da questa parte. Si prosegue con la conferenza stampa de Il console italiano di Antonio Falduto, con Giuliana de Sio, Anna Galiena, Lira Molepo, Luca Lionello, Franco Trevisi, unico film italiano in concorso e prima produzione italo-sudafricana nasce da un progetto partito 3 anni fa. Giuliana de Sio introduce il film dicendo che «Il Sud Africa è un paese difficile, pieno di contraddizioni e in Italia lo conosciamo poco, sappiamo solo che ci sono stati i mondiali di calcio. Abbiamo trascorso là più di 2 mesi ed è stata un’esperienza davvero molto forte. Ho potuto conoscere la vera console italiana con la quale ho trascorso molto tempo e capire meglio la storia della nazione. Il film racconta la storia di una donna forte che svolge un lavoro difficile, prestigioso ma di grande responsabilità e che fa i conti con una profonda solitudine interiore.» Proposto invece nella sezione Concorso Mediterranea è Hawii di Ibrahim El Batout; con Ibrahim El Batout, Mohamed El Sayed; Egitto Qatar; 2010. Ambientato ad Alessandria e realizzato 12 prima l’inizio della Rivoluzione, il film racconta la città dal punto di vista di alcuni suoi abitanti che affrontano la solitudine e l’emarginazione nel confronto fra 2 generazioni. Il regista, laureato in fisica, ammette di essere un cineasta fuori dagli schemi: «Quando giro un film non mi preoccupo troppo del messaggio che deve veicolare, ma faccio il possibile per realizzare qualche cosa che mi appartenga e che rifletta il mio stato d’animo, senza che ci sia per forza una logica. I lunghi silenzi nel film riflettono le situazioni illogiche che abbiamo vissuto e viviamo nel mio paese. Non essendo un regista per formazione non vado d’accordo con l’atto di “scrivere un film” perché ritengo sia un qualcosa che pertiene piuttosto alla letteratura. I miei film vogliono solo riflettere degli stati d’animo.» Incontro con la stampa anche per il cast di Lotus Eaters, dell’esordiente regista 24enne Alexandra McGuinnes con Antonia Campbell-Hughes. Coproduzione anglo-irlandese in concorso nella sezione Beyond the Mediterranean, racconta la vita spericolata di un gruppo di giovanissimi ereditieri londinesi si trascina inevitabilmente alla deriva. Presente, oltre alla regista e alla attrice protagonista, il produttore Mark Lee tutti; tutti e tre si sono diplomati alla London Film School nel 2009. Patrice Leconte presenta fuori concorso il suo nuovo film Voir la mer, con Pauline Lefevre, Clément Sibony, Nicholas Giraud, uscito da poco nelle sale francesi. Un lavoro molto personale lo ha definito il regista, autore fra gli altri de Il marito della parrucchiera, L’uomo del treno e La ragazza sul ponte «è un film sentimentale, leggero e molto sensuale. La storia di 3 giovani che si incontrano e si amano. L’ho girato con un budget piuttosto limitato ed è quindi una produzione libera, fresca. In un certo senso l’aver raccontato la storia di questo menage a trois giovanilistico mi ha fatto sentire come se fossi all’inizio della mia carriera. Mi piace definirlo “il primo film di un vecchio regista”.» In serata al Teatro Greco è andato in scena Primos del regista spagnolo Daniel Sànchez Arévalo, preceduto dall’assegnazione di un’onorificenza all’attore americano Matthew Modine che pochi giorni fa ha presentato il suo documentario sperimentale Jesus was a commie (Gesù era un comunista) che ha ricevuto grandi consensi dal pubblico dei giovanissimi studenti che partecipano da tutta Italia alle masterclass del Taormina Film Fest.