Il film, ambientato a Glasgow, è stato proiettato al Festival con i doppi sottotitoli, per la difficoltà nel comprendere la pronuncia dei giovani protagonisti; a questo proposito interviene la produttrice Rebecca O’Brian: «La lingua parlata nel film è proprio quella che parlano fra loro i giovani di Glasgow, è quindi un elemento imprescindibile nella storia. Per la distribuzione in UK dovremmo però a malincuore operare dei cambiamenti per far scendere da 18 a 15 l’età degli spettatori a cui è vietata la visione, il che è molto ironico se si pensa che il precedente film L’altra verità che conteneva scene di violenza e di tortura molto forti era stato dichiarato dalla censura vietato solo ai minori di 15 anni.»
Ken Loach torna a parlare delle tematiche sociali da sempre alla base del suo cinema : «La nostra intenzione era quella di raccontare un dramma sulla vita di oggi e sulle avventure di un gruppo di persone ordinarie, ma ci interessava che tutto questo potesse avere degli spunti comici. Girare intenzionalmente un film comico è davvero molto difficile, ci deve essere una vera e propria attitudine. Nel caso di The angels’share l’elemento comico è uscito spontaneamente, proprio come accade nella vita, d’altra parte tutte le storie reali offrono spunti di comicità. La classe lavoratrice è sicuramente cambiata nel corso dei decenni, ma quello che chiede è immutato: una casa dove vivere, un lavoro e la sicurezza per la propria famiglia. È su questo che vogliamo insistere. Sono da sempre interessato a raccontare storie di persone che siano reali, perché so che sono quelle che lo spettatore prende di più a cuore. Quando un personaggio è reale non ci si può non preoccupare per lui»
Lo sceneggiatore Paul Laverty : «Abbiamo voluto dimostrare come al di là del dramma della disoccupazione nei giovani ci siano dei sogni e delle aspettative. Loro vogliono davvero fare qualcosa delle loro vite. La storia che abbiamo raccontato è un esempio di questo stato di cose perché è carica di orgoglio, energia e voglia di riscatto.»
Ken Loach ha chiuso ribadendo l’importanza del punto di vista del cinema sulla realtà che viviamo: «La politica è l’unica cosa che opera dei cambiamenti, è triste ma vero. Il cinema però è una delle tante voci della società, ma è una voce forte e importante che identifica il punto di vista di molte persone.»