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Torino Film Festival 29 – Attack the Block di Joe Cornish (Uk, 2011)

Attack the Block è a suo modo raffinato nel suo essere un film di puro intrattenimento, denso di riferimenti eppure senza paura di essere ingenuo come solo alcuni dei migliori prodotti commerciali dell’ultima decade hano saputo fare

Durante uno scippo, quattro teppistelli della peggior specie allevata a South London si vede piombare addosso una bestiola feroce non bene identificata, subito sistemata dal branco come un qualsiasi ragazzetto colpevole di uno sgarro. Lo strano cadavere diventa l’occasione giusta di farsi grossi con i ras delle case popolari, peccato che quella stessa notte tutto il quartiere dovrà fare i conti con il fatto che anche gli alieni hanno i loro modi di chiamare gli amici più grossi e cattivi. Nell’anno del clamore attorno a Super 8, Attack the Block abbandona la nostalgia e la carta carbone e si sceglie semplicemente dei modelli da riadattare senza smania di cervellotica rielaborazione del lutto. Non sono più gli anni ’80, e non c’erano comunque solo Spielberg e Donner a plasmare giovani cervelli cinefili in quegli anni, ma anche George Miller, Joe Dante e John Carpenter, ai quali integrare linguaggio, atteggiamenti e idoli degli adolescenti attuali, e neanche di quelli più rassicuranti.  Non un film per ex-quindicenni, ma per quindicenni veri, che come i loro coetanei protagonisti, tendono a dimostrare spesso qualche anno e qualche arroganza in più: Elliott è un teppista, non vuole più extraterrestri in casa e glielo fa capire a bastonate, Data è un vero e proprio piromane dalla canna facile quanto la battuta, le ragazzine da conquistare sono ninfette irriverenti o furiose vittime dei loro stessi scippi, non ci sono Mogwai da trattare con responsabilità, solo Gremlins feroci, pelosi e fosforescenti da affrontare con la stessa tigna riservata a sfigati, poliziotti e spacciatori. E siccome la posta in gioco si è alzata per davvero, non saranno pochi a lasciarci sul serio le penne. Somigliano proprio a dei reietti carpenteriani questi ragazzini costretti nella futuristica prigione del loro blocco, nella quale cercano di comandare perché non c’è modo di fuggire. Joe Cornish, sodale di Edgar Wright e navigata penna televisiva britannica (il cameo di Nick Frost non è certo un caso), sa che i B-Movie sono ormai sbarcati nella serie A del mercato e della critica a colpi di modaiola cinefilia nerd, non se ne vergogna e chiama a raccolta  prevedibili stereotipi epici e brillanti puntando forte sul ritmo, sulla propria navigata capacità di scrivere gag e sulla grande trovata dell’ambientazione proletaria. Simon Cowell, l’X-box, FIFA 12, l’hip hop e i pokemon ( e la gustosa selezione urbana dei Basement Jaxx) sbucano da ogni lato con la naturalezza della conversazione di ragazzini che ci sono nati e cresciuti in mezzo e non con l’umore appiccicaticcio dello specchietto per le allodole. I mostri più semplici e allo stesso tempo più originali delle ultime annate fanno il resto. Attack the Block è a suo modo raffinato nel suo essere un film di puro intrattenimento, denso di riferimenti eppure senza paura di essere ingenuo come solo alcuni dei migliori prodotti commerciali dell’ultima decade hano saputo fare. Non pare un film da Concorso, perfino in un contesto giovane e fresco come Torino, ma la scelta può essere ampiamente condivisa proprio per la rarità della sua costruzione spensierata ma non banale .

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
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Alfonso Mastrantonio, prodotto dell'annata '85, scrive di cinema sul web dai tempi dei modem 56k. Nella vita si è messo in testa di fare cose che gli piacciano, quindi si è laureato in Linguaggi dei Media, specializzato in Cinema e crede ancora di poterci tirare fuori un lavoro. Vive a Milano, si occupa di nuovi media e, finchè lo fanno entrare, frequenta selezioni e giurie di festival cinematografici.
torino-film-festival-29-attack-the-block-di-joe-cornishAttack the Block è a suo modo raffinato nel suo essere un film di puro intrattenimento, denso di riferimenti eppure senza paura di essere ingenuo come solo alcuni dei migliori prodotti commerciali dell’ultima decade hano saputo fare
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