venerdì, Novembre 22, 2024

Die Unsichtbare di Christian Schwochow – Torino Film Festival 29

Una fessura si apre nel guscio che circonda Josephine, timida ventenne che sogna il palcoscenico per liberarsi dall’occlusiva esistenza domestica con madre disattenta e sorella disabile. Arriva dalla Germania l’ultima pellicola sulla mistica unione di arte e vita, nel solco di “Scarpette rosse” e del più recente “Black Swan”. Ma se l’ispirazione è simile, il regista Christian Schwochow si mostra fin da subito poco avvezzo alle sperimentazioni visive a agli eccessi cromatici aronofskyiani, preferendo adottare un registro più pacato e una forma narrativa priva di sussulti, nel tratteggiare il personale viaggio all’inferno della prima attrice, scelta per interpretare il ruolo della magnetica seduttrice Camille. Tanto Josephine è timida e riservata quanto Camille è dissoluta e selvaggia, tanto la prima è dimessa e silenziosa, quanto la seconda è spumeggiante e fuori controllo. L’attrito fra due personalità così distinte, costrette a fondersi sul palco, produrrà inevitabili scintille, alimentate dal regista-pigmalione Kaspar Friedmann, desideroso di sfruttare turbamenti e segreti dell’attrice per alimentare il suo talento visionario. In un gioco al massacro dalle inevitabili conseguenze nefaste, Josephine cercherà di compiacere il suo regista, spogliandosi progressivamente delle vesti consuete per entrare nel corpo e negli abiti di Camille, che attraversa la notte alla ricerca di nuovi spasimanti, gioca con le lamette da barba e scuote il caschetto biondo di fronte agli ammiratori. Se i compagni di corso la osservano con un misto di invidia, ammirazione e disagio, la madre, da sempre dedita in via esclusiva alla figlia Jule, finirà per allontanarsi da lei, mentre la stessa Josephine faticherà a ritrovare se stessa nelle pieghe dell’esistenza dissoluta di Camille. Gli ingredienti sono i soliti (regista burbero e fascinoso, giovane attrice disponibile a ogni forma di immolazione, background familiare frammentato, rivali pronti a cogliere le altrui debolezze, innamorati senza speranza, sedotti e abbandonati da colei che non riesce più a interrompere il suo gioco perverso), ma nella pellicola vibra una durezza di fondo, lontana da ogni tentazione glamour, una scintilla di sincerità che non si offusca mai del tutto anche negli squarci melodrammatici più scontati (tentativi di suicidio, teatro-verità al limite del sadismo o scene di ordinaria follia domestica).

Sofia Bonicalzi
Sofia Bonicalzi
Sofia Bonicalzi è nata a Milano nel 1987. Laureatasi in filosofia nel 2009 è da sempre grande appassionata di cinema e di letteratura. Dal 2010, in seguito alla partecipazione a workshop e seminari, collabora con alcune testate on line.

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