Michael Winterbottom, ha dichiarato in un incontro con i giornalisti che ha preceduto l’anteprima italiana del film, di aver voluto ricreare un ambiente contemporaneo che raccogliesse però lo spirito che si respira nel romanzo di Thomas Hardy, trovando proprio l’India di oggi e i cambiamenti che sta vivendo molto simili a quelli dell’Inghilterra vittoriana.
A proposito della colonna sonora composta da Shigeru Umebayashi (In the mood for love, La foresta dei pugnali volanti) ha poi spiegato: «La musica è importantissima nella realizzazione di un film, può produrre effetti e sensazioni del tutto diverse. L’India è impregnata di musica e la musica racconta proprio la storia di questo paese nella quale sacro e profano spesso si ritrovano a convivere. Abbiamo lavorato con Amit Trivedi un compositore molto famoso nell’industria cinematografica di Bollywood che ha scritto le canzoni del film che ho scelto di sottotitolare in fase di post-produzione perché costituissero degli snodi narrativi».
Rispetto ai cambiamenti fatti alla storia scritta da Thomas Hardy, Winterbottom continua: «Siamo stati inevitabilmente condizionati da quello che abbiamo visto e vissuto nei mesi trascorsi in India per le riprese; un caso emblematico è costituito dall’episodio dell’aborto di Trishna: nel romanzo Tess partorisce un bambino che muore poco dopo. In India questo sarebbe accettato in modo peggiore, e l’unica scelta è costituita da un’interruzione di gravidanza.»
Su Jay (Riz Ahmed) che nel film incarna i caratteri di Alec e di Angel, i due personaggi maschili del romanzo, il regista precisa: «Lui va in India cercando di cominciare una nuova vita, ma il suo problema è che manca completamente di fantasia, di immaginazione e soprattutto di empatia. Nel rapporto sentimentale e sessuale che ha con Trishna non si preoccupa neanche per un attimo delle conseguenze che lei dovrà patire, agisce senza la volontà di capirla.»
Sempre circa l’empatia, ad una nostra domanda sul rapporto tra i personaggi di uno dei suoi film più recenti, The killer inside me, i loro lati oscuri e le loro intenzioni paragonati a quelli di Trishna: «Quello che più amo di Hardy è la solidarietà che lui ha nei confronti dei suoi personaggi, che descrive sempre molto intimamente. In The killer inside me siamo portati ad odiare l’assassino e ciò che lui fa, ma quando Trishna commette il suo delitto noi non possiamo non capirla e comprendere il suo dolore».