venerdì, Novembre 22, 2024

Venezia 67 – Cold Fish di Sion Sono nella sezione Orizzonti

Vero e proprio Lord of Chaos, Sion Sono è un artista complesso che è superficialmente diventato noto in Occidente grazie alla “passione” di Beneix/Bastide per l’inserimento della sua attività di poeta sperimentatore nel documentario noto come “Otaku” e per la diffusione di culto di un film come Suicide Club (2001) opera in un certo senso centrale nella sua filmografia, capace di miscelare sapientemente cultura pop, cinema politico e sviluppato con una capacità di lavorare con registri cosi diversi da risucchiare lo spettatore in un vortice di senso, lo stesso che rende affascinante, tellurica e anche difficile la lettura di un film magmatico come Love Exposure (2008), un frullatore di cultura giapponese (da una percezione endogena ma anche esogena, il vero film anti-Otaku per crudeltà, spietatezza, invenzione e ipertrofia) della durata di quasi quattro ore. A Venezia 67 Sion Sono è presente nella sezione Orizzonti con il suo ultimo lavoro, Cold Fish, presentato proprio quando il progetto Lords Of Chaos (del quale parliamo da questa parte) è già in fase avanzata. L’ossessione per la serie (di killer, di suicidi, di ripetizione pop) è uno degli elementi del cinema di Sion Sono contrastata da un inabissamento verticale nel dettaglio, nel particolare, nella deriva psichica, e se ci passate il “paradosso”, nel “realismo” mentale; basta pensare a film come Heya, Dankon: The Man e al solito Suicide Club e dall’altro lato della palpebra ad opere gelide e palindrome come il bellissimo Into a Dream, alla surrealtà grand-guignolesca di Suicide Circus, a quell’entrare e uscire dalla finzione di un film come Hazard. Cold fish sembra tornare alla mente del serial Killer, in un’opera che lo stesso regista ha definito come molto distante dall’iper-realtà di alcuni dei suoi precedenti lavori e soprattutto dalla politica di Sushi Typhoon che co-produce l’operazione; Sushi Typhoon è una branca Nikkatsu specializzata nella produzione di film ultra gory, è sufficiente valutare una dichiarazione di intenti come “violent, popular works that only Japanese cinema has engendered” per capire quale sia il territorio preferito dal marchio; i nomi che si sono fregiati e che si fregeranno della coccardina Sushi Typhoon sono Yuji Shimomura (Yakuza Weapon), Noboru Iguchi (Karate Robo Zaborgar) Yoshihiro Nishimura (Helldriver); sono nomi che al mercato e alle abitudini distributive Italiane dicono poco più di niente, ma che rappresentano una nuova e malsana ondata generazionale di opere gore a basso costo dalla fantasia pop estrema che ha invaso il mercato (anche original video) Giapponese e  i cui “classici” hanno i titoli di Robo Geisha, Tokyo Gore Police e  il recentissimo Mutant Girls Squad, nuova produzione Sushi Typhoon che li mette praticamente tutti insieme (Iguchi e Nishimura) con il sostegno di Tak Sakaguchi, attore, regista e “coreografo” di scene action. Un autore dal talento personalissimo e apolide come Sion Sono poteva aderire alla politica Sushi Typhoon solo a modo suo: “Cold Fish non è gore e non è violento, ho accettato di farlo solo a condizioni di poter mantenere il mio stile, per questo è molto differente da altre produzioni Sushi Typhoon” Cold Fish, sempre dalle parole di Sono è quindi un film realistico, basato sulla storia vera di un uomo che in giappone ha ucciso cinquanta persone. Shamoto è il proprietario di un piccolo negozio di pesci tropicali e conduce una vita noiosa, ma stabile. La sua seconda Moglie, Taeko, non va d’accordo con la figlia di primo letto Mitsuko, aspetto che lo preoccupa e che lo fa sprofondare in un crescente stato di insoddisfazione. Un giorno Mitsuko viene pizzicata mentre tenta un furto in un supermercato; conosce Murata che l’aiuterà a sistemare le cose. Murata, come Shamoto, ha un negozio di pesci tropicali cosa che permette ai due di stabilire un contatto e di far lavorare Mitsuko nel suo negozio, cosi da evitare conflitti con la matrigna. Quello che Shamoto non sa, è che Murata nasconde una serie di oscuri segreti dietro la sua cortesia e gentilezza, segreti che hanno a che fare con l’orrore e la morte. Probabilmente ispirato dagli eventi legati ai delitti seriali dei Saitama Dog Lover, (Gen Sekine e la sua ex moglie Hiroko Kazama) di cui parla Jake Adelstein nel suo libro Tokyo Vice: An American Reporter on the Police Beat in Japan , la cui modalità legata a persone con problemi di denaro coinvolte nella transazione di cani, dovrebbe essere vicina alle truffe di Murata nella vendita di pesci, per attrarre vittime nella sua visione perversa del mondo e delle relazioni. La colonna sonora di Cold Fish è firmata da Tomohide Harada, collaboratore occasionale di Sion Sono dai tempi di Hazard, mentre la direzione della fotografia è affidata a Shinya Kimura che aveva già lavorato per Instant Numa del grande Miki Satoshi. Cold Fish si porta dentro ovviamente tutta la forza Sushi Typhoon in termini di competenze, e affida il coordinamento degli effetti speciali alla Nishimura Eizo Co. Ltd, di proprietà di uno specialista come Yoshihiro Nishimura e la gestione delle scene di azione al consueto Tak Sakaguchi. Attraverso alcune fonti (Twitch film in primis)si è diffusa in rete l’ipotesi di una collaborazione tra Sion Sono e il notevole Goichi Suda, noto come “suda51”, uno dei più grandi autori contemporanei di video games (No more Heroes, Killer 7) per la realizzazione di Cold Fish in versione video game, ma al momento di ipotesi si tratta.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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