Due viaggi in Italia; quello dell’interessante documentario di Gianfranco Pannone Ma che storia, che ripercorre attraverso filmati d’epoca e testimonianze le celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia proponendo una riflessione sulla storia del nostro paese nell’immediato dopoguerra e l’Italia di oggi, con la famiglia barese alle prese con problemi economici del corto Sposerò Nichi Vendola diretto da Andrea Costantino. Bari gli anziani coniugi Amoruso sono costretti a vendere la loro casa dove hanno cresciuto figli e nipoti; è solo lo spunto per Sposerò Nichi Vendola, il film di 18 minuti diretto dal pugliese Andrea Costantino nel quale generazioni diverse si confrontano con la politica attuale tra i discorsi di Mussolini che il nonno ama recitare a memoria, le proposte elettorali di Beppe Grillo ascoltate dai nipoti su Youtube e la signora Amoruso infatuata di Nichi Vendola e della sua dialettica. Come specificato dall’autore il film non vuol essere un manifesto elettorale ma offrire semplicemente uno spaccato familiare del sud che in un frangente di difficoltà scopre di non conoscersi; per un film a carattere politico 18 minuti non basterebbero, spiega Costantino. L’Unità d’Italia, o meglio dalla celebrazione del suo centenario ai primi anni Ottanta, nel documentario Ma che storia nel quale il regista Gianfranco Pannone cuce abilmente il materiale video dell’Istituto Luce con le immagini delle stampe popolari, delle vignette satiriche, dei manifesti e delle illustrazioni della Domenica del Corriere mentre le voci degli speaker si alternano a quelle di Leo Gullotta, di Roberto Citran e di altri che interpretano le testimonianze di grandi italiani come Montanelli, Piovene, Sciascia e Bobbio sulle circostanze politiche e sociali che l’Italia ha vissuto. Il sacrificio dei soldati, la resistenza dei partigiani, i viaggi degli immigranti, il banditismo nel Mezzogiorno sono intervallati da canti popolari dialettali selezionati con un interessantissimo e accurato studio filologico dal musicista ed entomusicologo Ambrogio Sparagna (già autore di arrangiamenti per Francesco De Gregori, Lucio Dalla e Giovanni Lindo Ferretti). E non manca l’omaggio al cinema: le battaglie ricostruite ne Il Gattopardo, Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato di Vancini, spezzoni di De Sica e di Pasolini, e la riflessione di Roberto Rossellini dal set di Viva L’Italia riferendosi agli italiani del dopoguerra: “Il genio italiano non si manifesta mai tanto come quando c’è da ricostruire. […] L’ironia pungente è l’arma con la quale combattiamo la paura”.