venerdì, Novembre 22, 2024

Venezia 68 – concorso – Warriors of the Rainbow: Seediq Bale di Wei Te-Sheng (Taiwan, 2011)

Al suo terzo lungometraggio Wei te-sheng affronta un capitolo doloroso della storia Taiwanese, raccontando la rivolta delle popolazioni aborigene contro le colonie dominanti del Giappone, grazie anche alla produzione di John Woo mette in piedi un film senza alcun limite e delirante che condivide solamente alcuni aspetti dell’ipertrofia del maestro e che prende tutt’altra direzione rispetto al rigore formale di opere belliche come City of life and death, il film diretto nel 2009 da Lu Chuan e dedicato al massacro di Nanking.

E’ una sorta di folktelling senza mediazione quello che interessa a Wei Te-sheng, ottenuto sbilanciando volutamente il film tra racconto popolare, segni della tradizione tradotti nelle immagini di una fiaba di incontinenza digitale e i numerosi inserti di un cinema di genere che utilizza la violenza estrema non solo sul piano grafico, ma soprattutto su quello dell’accumulo di elementi stridenti.

Eccessivo allora ma proprio nel tentativo di superare i limiti dell’inquadratura, che in altri termini, che lo si voglia o no, coincidono anche con quelli del “gusto”. Wei Te-sheng ci mette dentro tutto; corpi martoriati, teste mozzate, suicidi a catena, canti popolari, arcobaleni in CGI senza “camuffamento” realistico. Tra le risate di una sala abituata ad interpretare il “kitch” come una categoria dal punto di vista privilegiato tra ridicolo e sublime, ovvero come un filtro di sicurezza rispetto alla libertà dell’occhio, non si può negare al film di Wei Te-sheng la capacità di introdurre un senso di perturbante disagio.

John woo, in questo racconto popolare di tetra stucchevolezza non può non aver introdotto nella storia dei Seediq Bale quel gioco tragico di rovesciamento del senso che anima tutto il loro percorso strategico di resistenza che poco a poco si trasformerà in un atto di estinzione volontaria; è il contrasto fenomenale tra le sequenze dove i padri impiccano i figli con una percezione sovrasensibile del reale, filmate con colori lividi e secca brutalità e la marcia celeste dei Seediq Bale, nella “festa” digitale conclusiva.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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