Per Barsi, che appena nato non sembrava neanche potesse sopravvivere, è il suo destino continuare a cercare, come spiega all’ispettore di polizia che si occupa del caso di suo figlio; resistenza e perseveranza sono scritte nel suo codice genetico.
Chiuso in un mondo di silenzio e di umiltà ha occasione di sfogare la sua rabbia solo con Cemil un suo giovane collega testa calda e invischiato in affari loschi, che talvolta lo deride e lo ricatta. Barsi prima lo sorprende mentre sta violentando una prostituta e lo colpisce alla tempia, poi mentre ubriaco sul lavoro Cemil non si accorge di un treno in arrivo, non cerca di salvarlo.
Ali Aydin esordiente regista 32enne fà di piani sequenza e dialoghi la sua cifra stilistica, puntando sui suoi personaggi un occhio sempre discreto e sensibile, sia quando essi emergono dall’oscurità, sia quando sono investiti dalla luce.
Girato con la precisa volontà di far luce su una storia ormai sepolta della Turchia che andava raccontata KÜF (Mold) è un’opera acerba ma senz’altro efficace che ritrae con grande umanità un mondo sommerso dalla desolazione e dall’anonimato all’interno del quale le identità dei vivi e quelle dei morti pur con fatica e in silenzio, riescono infine ad affermarsi.
La tenacia del padre che non vuole arrendersi ha commosso Nanni Moretti, presente al Lido per assicurarsi la distribuzione italiana del film di Ali Aydin che uscirà per la Sacher Distribuzione durante la primavera 2013.