“Roger diceva sempre che Lawrence d’Arabia poteva essere girato con mezzo milione di dollari: bastava che non uscisse dalla tenda!”
Pochi registi sono stati tanto influenti e tanto ignorati dalla cultura mainstream come Roger Corman. La storia artistica e umana e la carriera di un regista di genere, faro e punto imprescindibile per tutto il cinema indipendente americano, viene ripercorsa dalla giovane regista americana Alex Stapleton. La storia di una passione forte per il cinema, ma anche e soprattutto di un compromesso, quello tra arte e mercato. Spesso autoprodotti, i suoi film erano soprattutto una dimostrazione incredibile dell’assoluta inutilità della verosimiglianza. Mostri di cartapesta, interiora di gomma, pistole giocattolo, film pensati in una settimana e realizzati in due, set di seconda mano, assenza di sceneggiatura, assenza di piani di lavoro. Il genio di Corman sta nell’aver fatto del low-budget un punto di forza e una caratteristica esplicita prima di chiunque altro. I suoi film hanno i calzini bucati e le toppe ai pantaloni. Un percorso, certo, lungo e travagliato, che dagli esordi degli anni ’50 (The Fast and the Furious, Apache Woman, Rock All Night) passa e anticipa la controcultura degli anni ’60 (The Intruder, The Wild Angels, The Trip) per approdare, come produttore, ai film di Johnatan Demme, Joe Dante, Eli Roth, Paul W.S. Anderson. Un percorso non privo di passi falsi, ed è qui che risiede il punto di forza del documentario: mostrare la grandezza dell’artista Corman ma anche la grandezza delle sue cazzate, i suoi incidenti di percorso. Ed è anche in questo contrasto che il documentario diventa divertente, un umorismo provocato dalla rottura dell’impianto agiografico tradizionale del biopic. Ammissione del fallimento, fallimento che è parte stessa del cinema di Corman, conseguenza dell’atto creativo, inevitabile e necessario. Una corsa in solitaria, in cui l’imprevisto è la norma. La battuta migliore, in questo senso, resta quella di un commosso Jack Nicholson: “Lavorare con Corman spesso era molto umiliante. Ha fatto alcuni ottimi film, certo. Ma io in quelli non c’ero.”
Il Trailer di Corman’s World dal canale Vimeo di Alex Stapleton: