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Viennale 2011 – The ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Losier (Usa, Francia – 2011)

“Genesis P. Orridge […] era un personaggio della vita reale reale più che reale. Era tutto quello che speravo fosse.” (Williamm Burroughs)
“Change, Change, Change: per tutta la mia vita non ho detto altro che questo!” (Genesis P. Orridge)

Genesis P. Orridge è un’icona della scena underground musicale inglese. Leader dei Throbbing Gristle prima e degli Psychic TV poi, essere pandrogino votato al cattivo gusto e alla provocazione, portabandiera estrema del cut-up burroughsiano, sia nella sua musica, sia nei suoi collage, sia sul suo stesso corpo.
The Ballad of Genesis and Lady Jaye è un documentario lacerato dalla sua tensione verso tre direzioni differenti. Da una parte l’intento originario, quello di girare un documentario musicale seguendo la tournée degli Psychic TV in giro per l’Europa. Marie Loisier, giovane regista francese, non è una fan di Genesis P. Orridge: “l’ho conosciuta per caso al concerto di Alan Vega, pestandole i piedi. Ne sono rimasta affascinata”. Genesis è un’artista a tutto campo, in ogni momento della sua esistenza, e la sua poetica antipoetica della metamorfosi invade anche il campo sentimentale, nella storia con Lady Jaye. Lady Jaye è una ragazza inglese, frequentatrice di squat, musa ispiratrice che Genesis prende come moglie e spinge a diventare, fisicamente, in tutto e per tutto identica a lei: “anziché fare un figlio, che è un modo per sentirsi una persona sola, abbiamo deciso di diventare una persona sola”. L’amore è forte, le due sono inseparabili, Lady Jaye entra ufficiosamente nella line-up degli Psychic Tv, accompagnando di Genesis ovunque. Lady Jaye morirà di collasso cardiaco il 9/10/2007; il disco degli Psychic TV “Hell Is Invisible… Heaven Is Her/e” è dedicato a lei.
Marie Loisier è interessata a indagare questa strana, tenera, borderline storia d’amore e di morte, ma la narrazione romantica è costantemente spezzata da un lato dalle esigenze del documentario musicale, dall’altro dalle esigenze di Genesis stessa, che punta piuttosto a indirizzare il film verso la pandroginia, la chirurgia plastica come evoluzione corporale, il cambiamento e il taglia e cuci come modus vivendi (o modus sopravvivendi) etc. etc. In questo defluire su tre canali diversi, si inseriscono set surreali in cui la Nostra è vestita da sirenetta o da uccello, mangia cioccolatini, suona la tastiera col culo, si tocca le tette e mostra i suoi tatuaggi. Insomma, The ballad of Genesis and Lady Jaye è un film nervoso, scattoso, che riesce a mantenere una sua compattezza facendo di questo nervosismo stile filmico, mettendoci una pezza con un montaggio ritmico che da sequenze epilettiche fedeli allo spirito industrial passa a ritratti intimi che sicuramente avrebbero meritato più spazio. Quello tra Marie Loisier e Genesis P. Orridge è stato un incontro a cui non si poteva dire di no, ma la regista francese sembra accorgersi – nel corso del film – che l’ego di Genesis è troppo strabordante per essere irregimentato in qualsiasi modo. Le regole biologiche non riescono a contenerla, figuriamoci quelle filmiche. E qui il cut-up non c’entra niente.

Raffaele Pavoni
Raffaele Pavoni
Raffaele Pavoni (Piombino - LI, 15/04/1987) si è laureato in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo nel 2008, e ha ottenuto il diploma CESCOT di Tecnico Qualificato Documentarista nel 2009. Ha all'attivo documentari, cortometraggi, clip promozionali, collaborazioni con emittenti televisive e studi fotografici, partecipazioni a festival. Ha collaborato e collabora per varie testate web. Vive e lavora a Firenze.

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