Home news Your Film Festival – tutti i 50 semifinalisti commentati, aspettando Venezia 69

Your Film Festival – tutti i 50 semifinalisti commentati, aspettando Venezia 69

 

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Letting Go di Daniel McCauley (Sudafrica)

Bello, invece, Letting Go di Daniel McCauley dal Sud Africa. Un’anziana signora in punta di morte viene visitata da una sorta di angelo di seconda classe (che sembra Nick Cave!), sfatto e burbero, che la invita, anche attraverso uno strambo videoclip motivazionale, a ripensare e pacificarsi con i suoi drammi personali, prima di passare al mondo dei più. Ottime riprese, bella messinscena e attori deliziosi, per un piccolissimo film che riesce a passare dal fantastico, al comico, al grottesco, arrivando nel delicatissimo epilogo a stringere alla gola un nodo d’inattesa commozione. Spagnolo Doorhandle Thoughts di Carlos Crespo Arnold: la storia surreale della vita, lenta e monotona… della maniglia di una porta di un bagno pubblico. Tra sanitari coscienti, rubinetti con l’artrosi e rotoli di carta igienica depressi, si susseguono i giorni, i pensieri, le riflessioni, sino al simpatico finale a sorpresa. Lieve e spumeggiante, coloratissimo, con una regia dinamica e la sicurezza degli oggetti di Jean-Pierre Jeunet. La cui ombra si allunga anche sull’americano The Return Address di Abi Varghese, in cui il giovane aiutante di un fotografo, schivo, timido e con un padre con l’alzheimer, gioca a fare il Cupido creando nuove coppie tra  persone sole, spedendo i fotoritratti degli uni agli indirizzi degli altri, sino a trovare l’amore lui stesso. Un’Amélie Polulain al maschile che riesce nell’impresa di risultare ancora più melensa di Amélie stessa. Una variante povera del solito Ai Confini Della Realtà è El Porvenir: Episode1 di Manuel Alejandro Anell, primo episodio di una serie web messicana già visibile in rete. Due fratelli, in autostrada nella notte, vengono aggrediti da una creatura mostruosa. Il video, non essendo del tutto autoconclusivo, tradisce la sua natura episodica; ciò nonostante è godibile e ben fatto, pur concedendosi qualcosa di nuovo giusto solo in qualche dialogo. Il neozelandese Das Tub di James Cunningham, è più che altro un surreale/demenziale che si svolge all’interno di un U-Boat tedesco della seconda guerra mondiale. Fresco, divertente con greve finale a sorpresa. (continua nella pagina successiva…)

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