Angela Ricci Lucchi ci ha lasciati il 28 febbraio scorso. Yervant Gianikian, compagno nel lavoro e nella vita, la riporta in vita con “I diari di Angela / Noi due cineasti”. Biografia, autobiografia, scandaglio sulla vita privata della coppia e come questa ha irrimedialmente intersecato il loro lavoro di ricerca e re-significazione degli archivi documentali per numerosi decenni.
Il film sarà proiettato oggi a Venezia 75 per il pubblico come evento speciale fuori concorso alle ore 17:15 in Sala Giardino.
Yervant Gianikian lo descrive così:
“In questo film leggo i frammenti tratti dai diari di Angela sulle nostre immagini privati. Registrazioni che sono dietro il nostro lavoro di re-significazione degli archivi documentari. Una ricerca mai sopita sulla violenza nel 1990.
Angela ha sempre tenuto un diario, scrivendoci sopra e disegnandoci ogni giorno: eventi pubblici, questioni private, persone che ha incontrato e cose che ha letto, tutto è stato annotato. Anche il resoconto di due viaggi in Russia, 1989-1990, proprio quando l’USSR stava capitolando.
Un diario sui piccoli libri Cinsi, prima di “Dal Polo all’Equatore” (1986) e del nostro lavoro continuo sulla violenza nel ventesimo secolo. Dai nostri viaggi negli Stati Uniti con i “film profumati” nei tardi anni settanta fino all’Anthology Film Archive di NY e all’archivio Berkeley Pacific.
Rileggendo i diari e guardando di nuovo i cine-diari di quegli anni, sono di nuovo da solo, dopo una vita passata insieme a vivere e a lavorare su progetti artistici. L’ho portata con me sulle alpi orientali che amava moltissimo e dove eravamo soliti camminarci insieme. Angela è tornata in vita per me con le sue parole vergate a mano in una calligrafia leggera che accompagna i suoi disegni, gli acquerelli, inclusi i rulli lunghi più di dieci metri.
Ho guardato i nostri film privati, lunghi e dimenticati, la registrazione di quello che risiede dietro il nostro lavoro di rilettura e re-significazione degli archivi documentali.
La vita di tutti i giorni fatta di cose ordinarie, le persone vicine a noi, la nostra ricerca nel mondo dei materiali d’archivio, un viaggio nell’Armenia sovietica insieme a Walter Chiari. Testimonianze raccolte durante questi anni.
Questi sono i miei ricordi di Angela e della nostra vita insieme. Rileggendo queste note, ne scopro altre di cui non ero a conoscenza. Emergono nuove cose dai suoi scritti e dai suoi disegni finali: sulla line a Gotica come giovane ragazza, sul fronte durante la seconda guerra mondiale. La scuola d’arte con Oskar Kokoschka in Austria. Pagine su di lui, a Dresda. Il sud tirolo e la casa dove Mahler compose “Das Lied von der Erde”, il suo amore per Alma Mahler, tanto da fare una bambola che le somigliasse, l’ossessione dell’artista. I bambini folli di Angela in una scuola speciale e la sua decisione di lasciare l’arte per lavorare nella comunità per alcuni anni, nell’intento di aiutare questi ragazzi.Per poi ritornare con rinnovata energia al nostro lavoro d’arte condiviso.
Un rullo finale è sulla sua infanzia, la famiglia e la vita pubblica. Faccio uno sforzo enorme a guardare indietro tutte queste note raccolte e scritte dal diario senza fine di Angela, e quindi a guardare retrospettivamente questi film privati che hanno accompagnato la nostra ricerca. Il mio disperato tentativo di riportarla indietro, al mio fianco, riportarla in vita in modo da poter proseguire il nostro lavoro insieme, proposito e missione nella nostra vita, il tutto attraverso le sue note e i suoi disegni, una sorta di mappa su quello che adesso ho bisogno di fare e che contengono tutte le linee guida di come avrei dovuto continuare. Io e Angela abbiamo pianificato nuovi importanti progetti insieme. Una promessa, un impegno, per proseguire il nostro lavoro”