venerdì, Novembre 22, 2024
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35 SETTIMANA INT. DELLA CRITICA

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VENEZIA 77 - ORIZZONTI

INDIE-EYE CINEMA

September Says di Ariane Labed: recensione

Il primo film come regista dell'attrice greco-francese Ariane Labed è tratto dal romanzo di Daisy Johnson intitolato "Sister". September Says è interpretato dalle notevoli Pascale Kann e Mia Tharia, nella parte di due sorelle legate da una relazione morbosa e totalizzante. Visto in concorso al Festival di Cinema e Donne 2024. La recensione

Margarethe Von Trotta a Firenze: Festival di Cinema e Donne 2024

Nella vasta galleria di profili femminili, Storici e immaginari, raccontati da Margarethe Von Trotta, si è aggiunto recentemente quello di Ingeborg Bachmann, figura in lotta per la riappropriazione del proprio desiderio e del proprio spazio creativo. La grande regista tedesca sarà ospite del Festival di Cinema e Donne 2024 per tre eventi in programma il 20 di Novembre al Cinema La Compagnia. Tutti i dettagli

The Substance di Coralie Fargeat: recensione

Virtualizzazione del passato o invettiva politica contro la rappresentazione del corpo femminile incistata nelle cornici mediatiche. Sulla difficoltà di percepirsi in quel processo dinamico che determina la finitezza dei corpi, Coralie Fargeat perde la strada e trova un luna park. Su The Substance

Da February a Longlegs, il cinema di Osgood Perkins

In occasione dell'uscita di Longlegs nei cinema italiani, quarto film del regista americano, e dell'imminente uscita di The Monkey, prodotto da James Wan e tratto da Stephen King, indie-eye propone uno speciale di approfondimento su Osgood Perkins, film dopo film

Longlegs di Osgood Perkins: recensione

Osgood Perkins conferma quel talento poetico che gli permette di legare elementi di cultura pop, morfologia della fiaba, citazioni cinematografiche, riferimenti religiosi e forza politica, tanto da condurre Longlegs in un territorio libero e sconosciuto rispetto ai canoni dell'horror contemporaneo.

Gretel & Hansel di Osgood Perkins: recensione

A partire dal titolo che inverte la priorità dei personaggi rispetto all'originale, il lavoro di Perkins si inserisce per la prima volta all'interno di un solco teorico ben preciso che da Angela Carter a Barbara Creed, da Teresa De Lauretis a Elaine Showalter, traccia i presupposti per una fabulazione alternativa che mantiene la libertà delle fiabe rispetto alla tirannia del tempo Storico, ma ne cambia le significazioni inscritte, assegnando altre connotazioni culturali alle figure coinvolte. Su Gretel and Hansel di Oz Perkins

Photophobia e Amal al FFDUL di Lugano: le recensioni

Il Festival dei Diritti Umani di Lugano arriva all'undicesima edizione e prosegue fino al 20 ottobre. Tra i film del concorso Amal di Jawad Rhalib e Photophobia degli ucraini Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík. Leggi le nostre recensioni

I Am the Pretty Thing That Lives in the House di Osgood Perkins: recensione

Lo sguardo di Perkins si sofferma sugli oggetti di arredamento, le stanze svuotate da qualsiasi presenza umana, gli elementi di una casa nel tempo dove i gesti sono sconnessi dall'energia motoria che li ha generati. Inabissati in un orizzonte temporale compresente, dove senso esterno dello spazio e intuizione interiore vengono incorporati nei geroglifici dell'inanimato. L'approfondimento su "I Am the Pretty Thing That Lives in the House", il secondo lungometraggio di Osgood Perkins

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