The most distant course raggiunge un alto livello di commozione proprio nella discrasia di un tempo e l'altro con un dialogo continuamente rovesciato tra la finzione e schegge di realtà documentabile; sono queste a subire l'arbitrio della scelta affettiva e a rivelare un movimento che da materico diventa metafisico
The nines recupera una fascinazione digitale e archeologica di certe produzioni ITC e in particolare sembra riferirsi alla breve parabola televisiva di P.J. Hammond nel tentativo di re-inventare una fantascienza di tipo filosofico capace di sviluppare derive del racconto a partire dalle anomalie del tempo
José Luis Guerin
Spagna / Francia 2007
Nell'ultimo film del maestro Kwon-taek Im presentato a Venezia 64, si parla anche di canzoni che possono infrangere le regole. En la ciudad de Sylvia è una...
Ancora ci piace farci attraversare dalla Fantascienza Bressaniana a cui il Django di Miike si avvicina pericolosamente in una sovrapposizione di segni, materiali della storia, iconografie depistanti e soprattutto la permeabilità mutante di questi stessi elementi, in un gioco tra oriente e occidente che fa naufragare qualsiasi ipotesi autoritaria sulla soggettiva
Jiang Weng costruisce una macchina visionaria che va alla velocità di un film di Hong Kong e stratifica segni, materiali di memoria iconografica e storica come in un film di Paradzanov
Con Small Gods la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad una macchina del senso costruita per funzionare, mtv generation 2.0 dove gli strani dis-equilibri tra pieno e vuoto sono evitati come la peste e il dolore della perdita non struscia con oggetti e increspature del tempo perché soffocato da un bellissimo bombardamento di estetica sensoriale
L'occhio sciamanico è anche una possibilità della visione di uscire da se, uno slittamento progressivo del senso che permette non solo di vedere ma anche di vedere la visione. L'ultimo bellissimo film di Johnnie To che Marco Muller ha inserito a sorpresa nella rosa dei film in concorso a Venezia 64, è anche questo