Quello che rende il debutto di Stèphane Lafleur un film disperato, nonostante l'uso temporale di alcuni meccanismi della commedia portati ad un livello di iperrealismo estremo, è la capacità di evitare qualsiasi tentazione della retorica corale, con un'immagine sempre a rischio di diventar fantasma
Redacted è un continuo cortocircuito dell’inerzia digitale, immagine chiusa su se stessa come uno Zoetropio globale; niente più opacità e immagine desiderata/desiderante , ma una multivisione la cui trasparenza è di una luce accecante e negativa, una luce digitale che rivede e ridiscute lo spazio dello stesso cinema Depalmiano