Quando ero una bimba molto piccola mio padre mi caricava sulle spalle assieme allo zaino pesantissimo, e scalava le montagna con passo sicuro e scarponi di cuoio pesantissimo… Da ragazzina, invece, io lo precedevo saltellando come un capriolo, arrampicandomi sulle pareti rocciose e scendendo per ghiaioni assassini che lui incoscientemente mi obbligava a fare…ma per me era solo un altro gioco… Ho continuato a camminare così anche dopo, nella vita, nel modo che lui mi aveva insegnato. Ma a volte delle voragini invisibili si nascondono dietro a sentieri apparentemente innocui. Una di queste si è ingoiata mio padre, e parte della mia stessa vita. Oltre alla sua bicicletta, che è divenuta la mia, solo un paio di occhiali è rimasto, quegli stessi in cui vedevo riflesso il mio sorriso, quegli stessi in cui ora vedo riflesso il suo. Ho scritto PRINCESS pensando a lui, e chissà se gli sarebbe piaciuta…Per me è la compagna di ogni concerto, da sola al piano, o in due, o in quattro, o anche in versione elettronica; e suonarla mi dà sempre una grande gioia (7 versioni nel mio sito,http://www.deborapetrina.com/). Un caro amico, Roberto Battista, ne ha concepito un video. Ha dato le foto di me e mio padre in montagna ad Aya Nambu, che ha disegnato i nostri personaggi. Ha disegnato lui stesso gli scenari, e ha poi montato tutte le immagini in stop motion. Infine mi ha portato sulle Alpi Cozie e mi ha filmato dal vivo, ripercorrendo assieme a me passi e passato, e ritrovando sentieri perduti. (Debora Petrina)