Chris Grieder è nato nel 1989 e si è già distinto come uno dei più quotati videomaker indipendenti americani. Originario della Florida (Orlando) ha diretto video musicali per band e musicisti come Mutemath, Luna Halo, Modest Mouse, There For Tomorrow, Avery, Stefanie Scott, Transmit Now, Wall Street Riots. Legato moltissimo all’iconografia festaiola giovanile, si è mosso tra guerrilla filmaking e video virale (il tormentone “Love Me Or Let Me Go” per Avery) e ha gradatamente affinato la sua poetica infilando una serie di video davvero interessanti, tra cui il geniale “That’s What I Like” per Kelsi Luck, quasi una versione “solare” del video realizzato qualche tempo dopo da Jan & Cooper per Joel Compass, e “Waves” per “Sleeper Agent”. In entrambi i casi il nostro si serve della solita retorica giovanilistica e la trasforma in una poetica simbolica ed astratta, producendo davvero alcuni tra i migliori video “generazionali” in circolazione, per sintesi, potenza visiva e allo stesso tempo aderenza.
Il nuovo video realizzato da Chris Grieder per Goldhouse riprende il setting preferito del regista Americano, quello di una festa tra adolescenti che ballano, bevono, giocano e cazzeggiano, ma diversamente da altre sue produzioni più normative, segue il filo dei due video di cui si parlava poco sopra, grazie ad un utilizzo del digitale che tende a trasformare il tempo e lo spazio, con una serie di trovate incredibili, tra cui il ragazzino che vomita biglie, degne dei migliori video dei Francesi Ab/Cd/Cd tra spazio filmico e realtà digitale aumentata. Quello che è incredibile, ancora una volta, è la capacità di Grieder di cogliere l’essenza del divertimento, anche quello più triviale, e di trasformarlo in una continua manifestazione della meraviglia, senza note a margine.