ora che l’orizzonte è in fiamme noi rincasiamo serriamo in fretta le imposte mettiamo in ordine i fogli le provviste i vestiti smessi dell’estate in attesa dei barbari
Inizia così la title track del nuovo Massimo Volume, in uscita il prossimo 1 ottobre per La Tempesta Dischi.
L’artwork è un quadro di Ryan Mendoza, pittore di origini Americane, trasferitosi poi a parigi e attualmente attivo tra Napoli e Berlino; è uno dei suoi interni familiari che forse alcuni hanno potuto conoscere attraverso la bellissima esposizione intitolata The Possessed, spazi e corpi riconoscibili che diventano improvvisamente alieni, indicando un altrove minaccioso che preme dall’esterno come una forza oscura e invisibile.
Lo raccontano bene le note stampa di presentazione per “Aspettando I Barbari“: Due sorelle si abbracciano in quello che una volta si sarebbe definito un interno borghese. Una ha il capo riverso sulla spalla dell’altra, gli occhi chiusi, l’atteggiamento di totale abbandono. La sorella la tiene stretta a sé, protettiva. Ha lo sguardo vigile, come se fosse stata attratta di colpo da un rumore, da qualcosa che fra un attimo spezzerà l’intimità della scena. Aspettando i barbari si riflette bene nel quadro di copertina di Ryan Mendoza. Lo sguardo privato di brani come La cena, La notte, Silvia Camagni, Da dove sono stato pare invaso da un’inquietudine incombente, che porta con sé echi di guerra e di distruzione e che si impone in tutta la sua durezza in Compound, Aspettando i barbari e Il nemico avanza, mentre oltre le imposte della stanza si agitano i fantasmi di Buckminster Fuller e di Vic Chesnutt, di John Cage e di Danilo Dolci, a ricordarci che il mondo è utopia e possibilità, il sale della vita. Musicalmente una svolta netta rispetto al suono caldo, rigidamente analogico di Cattive abitudini. La trama elettrica si infittisce adesso di venature elettroniche, le ritmiche si sovrappongono, a dipingere un paesaggio pietroso, dagli spigoli netti e i confini incerti. Il risultato è un disco duro, compatto, volutamente autarchico, calato con forza nell’ambiguità del presente. due sorelle si abbracciano in una sorta di interno borghese in un atteggiamento di totale abbandono; fuori campo forse un rumore, qualcosa che percepiamo solamente dallo sguardo di una delle due, quella che ha una postura più protettiva.
L’album è prodotto da Massimo Volume e Marco Caldera e registrato dallo stesso Caldera tra il novembre 2012 e il maggio 2013 presso il Red Carpet Studio di Brescia, il Massimo Volume Home Studio e il Vacuum Studio di Bologna e da Stefano Pilia presso il Blind Sun Crows Studio di Bologna.
Su Tannen Records è possibile pre ordinare la versione vinile 180 grammi, solamente le prime 200 copie sono in vinile trasparente. L’album esce anche su CD ed MP3 tramite La Tempesta.