Le note biografiche di Ninian Doff ce lo descrivono come un “bimbo feroce, allevato dai lupi come uno di essi” e continuano dicendo che i Lupi ” sono del tutto inutili fuori dalla loro terra, ma conservano un istinto naturale per gli aspetti basilari del montaggio e del lavoro con After Effects” Ecco perchè Ninian pare sia finito a girare pubblicità e videoclip invece di uccidere pecore con i suoi denti. Tra commercial per la Sony, Lbi, Parlophone, Lucky Number One, tutti realizzati attraverso la Pulse film che lo rappresenta, il videasta britannico si è dato da fare con una serie di clip per artisti come JJ Doom, Fulton Lights, Darwin Dweez, Mykki Blanco e molti altri lavorando spesso in modo selvaggio e “mostruoso” con la manipolazione CGI, basta vedere il video di The initiation realizzato per Blanco ma sopratutto l’assemblaggio del progetto partecipativo noto come What’ll It Take e ideato per realizzare l’omonimo video per Graham Coxon; molto più dell’idea alla base dei video realizzati con materiale condiviso, quello per Coxon è un vero e proprio prodotto connettivo, realizzato con il contributo di una serie di fan del noto chitarrista dei Blur, e rielaborato da Ninian in una sorta di vero e proprio mostro digitale fatto di movimenti, immagini, posture, pezzi di corpo. Ancora una volta un utilizzo del digitale quasi materico, che non tende ad eliminare difetti o imperfezioni, ma che al contrario, partendo da questi, si inventa strani corpi mutanti tra organico e digitale.
Più tradizionale questa ultima release prodotta per i “Peace”. Il video di “Money” è una curiosa elaborazione ironico-cinica sui video basati sulle performing arts e la danza, con un’inquietante sezione finale, in linea con le idee “mostruose” e disturbanti di Ninian Doff.