Un sito ha inserito la vostra band tra le dieci che guidano una rivoluzione nordica di gruppi con cantanti donne. Che ne pensi? C’è davvero una rivoluzione di questo tipo in atto secondo te?
Può essere, di sicuro sento che ci sono più donne che si pongono alla guida di band e al tempo stesso anche più donne che suonano “nelle retrovie”. Le donne in generale sono più attive in ogni ambito, prima erano solo cantanti, mentre ora fanno tutto quanto, suonano la chitarra, il basso, la batteria, e questo è molto positivo. Ora non so se questa è una rivoluzione, ma di sicuro è un’ottima cosa. È stato un onore comparire in quella lista, perché è una selezione di grandissime artiste che stanno facendo musica eccezionale. È giusto che ci sia spazio per le donne, perché hanno degli input diversi quando creano musica rispetto agli uomini, ed è molto interessante che la gente reagisca con entusiasmo a questo modo diverso di vedere le cose.
Com’è un vostro live? Cercate di mantenere l’atmosfera dell’album o cambiate qualcosa, magari per far ballare un po’ la gente?
È ciò che facciamo, hai colpito il bersaglio! Suoniamo pezzi dall’album, che però ormai ha circa due anni, quindi ne faremo solo alcuni. Ci piace suonare dei remix, anche fatti da noi stessi, e sì, ci piace ballare e far muovere la gente e farla divertire. Penso che con la nostra musica tu possa ballare e divertirti, ma anche stare fermo ad ascoltare e divertirti comunque. Stasera saremo tutti vestiti di bianco e cercheremo di creare un’atmosfera elegante allo show; giocheremo molto con la musica, con il clarinetto e la voce, ci metteremo degli effetti. Vorrei puntare tutto sull’eleganza, forse sono ridicola a dirlo, ma è ciò che sento, sento di voler fare qualcosa di sofisticato ma anche divertente, una combinazione delle due cose.
A proposito di dance ed elettronica, avete suonato al Sonar di Barcellona ma anche a quello di Reykjavik. Come sono state queste esperienze?
Il Sonar di Barcellona è grande, incredibilmente grande: non ho mai visto così tanta gente nello stesso posto prima. È stata un’esperienza molto bella, anche perché il Sonar punta molto sul benessere degli artisti, cosa che invece altri festival hanno dimenticato. Al Sonar invece non ci sono molti artisti, ma vengono trattati veramente bene. Penso che poi questo si rifletta anche sul concerto, per noi è stato molto bello e penso che anche il pubblico abbia apprezzato, c’erano buone vibrazioni. Era più o meno la stessa cosa anche a Reykjavik, però era la prima edizione, quindi c’era un po’ di nervosismo anche da parte degli organizzatori. Comunque è andata molto bene e spero che ci potranno essere altre edizioni.
E i vostri progetti per il futuro invece quali sono?
Stiamo per finire un album nelle prossime settimane, dopodiché decideremo il titolo e l’artwork. Ci stiamo lavorando da molto, dovevamo finirlo prima dell’estate, ma non ci siamo riusciti, non riuscivamo a concentrarci bene su quello che dovevamo fare. Ora invece penso che ci riusciremo con l’arrivo del freddo.
La foto galleria completa di Francesca Pontiggia