I Tindersticks sono tornati con un nuovo album pubblicato lo scorso febbraio. Registrato con tutte le difficoltà del momento, nella complessità di mettere insieme una band apolide che ormai vive in diverse località europee, Distractions non è un “lockdown album”. Stuart A. Staples, frontman e fondatore della band lo ha chiarito in varie occasioni, perché se la contingenza ha costretto ad un piano di lavorazione più sofferto, il percorso creativo non ha niente a che vedere con la pandemia.
Disco scabro, ridotto all’osso e lontano anni luce dal taste of honey orchestrale del loro secondo album, fa emergere l’anima più minimale e lunare della band formatasi a Nottingham nel lontano 1991, in sintonia con i lavori solisti dello stesso Staples e in particolare con la splendida colonna sonora di High Life, composta dal musicista britannico per Claire Denis e pubblicata da City Slang nel 2018.
Sono passati ventotto anni dalla pubblicazione del primo album dei Tindersticks, oggetto di culto pubblicato da This Way Up che rivelava il talento di una band capace di capitalizzare molte suggestioni della musica americana, rivestendole di uno spleen squisitamente europeo. Quella stessa formula gli aveva consentito di recuperare un brano come Kathleen di Townes Van Zandt, trasformandolo in un esempio dolente di chamber pop che nonostante l’orchestra, o forse proprio per quella, disinnescava gli elementi dell’estetica lounge, a cui spesso ed erroneamente i nostri sono stati accostati.
L’arredamento nella musica dei Tindersticks, da sempre punta verso una spoliazione degli elementi in gioco, dinamica sottrattiva che è diventata radicale.
Ecco perché la recente science fiction di Claire Denis diventa terreno adatto per far germogliare quelle intuizioni nel deserto dell’antimateria. Staples realizza la collaborazione più convincente con la grande autrice francese e rimane in bilico tra ambient ed elettricità, rumore bianco e un’elettronica personalissima che si definisce come tale non certo per l’impiego di suoni disumanizzati identici ad altre cose, ma per attitudine, visione, capacità combinatoria.
In fondo, adesso che il percorso di Staples e soci è giunto ad un traguardo estremo, la notizia che Stuart A. Staples sarà a Sesto Fiorentino il prossimo 11 dicembre 2021 per un vero e proprio double-bill presso il Teatro Della Limonaia, accompagnato solamente da un pianoforte, suona come un’occasione da non perdere.
Gli ottantotto tasti sono suonati da Dan McKinna e consentiranno alla voce particolarissima di Staples di cimentarsi per la prima volta in una dimensione solista, già sperimentata lo scorso novembre alla Fondazione Cartier di Parigi. Un raccoglimento necessario prima del grande tour che presumibilmente sarà allestito nel 2022 per celebrare il trentennale dei Tindersticks.
Staples rivisiterà quindi il suo repertorio, pescando dai tredici album della band e dai quattro solisti incisi tra il 2005 e il 2018. Non è escluso che tra i recuperi possa figurare una delle sue composizioni più recenti, la bellissima Willow, l’unica forma canzone scritta per High Life della Denis, ma interpretata da un notevole Robert Pattinson.
Sempre a proposito del percorso di radicalizzazione di cui parlavamo, assistere al concerto di Staples, sarà l’occasione per godersi il suo songwriting allo stato puro, in una dimensione formale ed espressiva votata all’essenzialità.
I concerti, organizzati dall’Associazione Culturale La Chute, specializzata in eventi musicali di qualità, sono previsti presso il Teatro Della Limonaia di Sesto Fiorentino il prossimo 11 dicembre 2021.
Due show, di cui il primo alle ore 18:00 e il secondo alle 21:30.
I posti a sedere disponibili sono 100, quindi limitatissimi. La prevendita dei biglietti è disponibile presso questo link.