Massimo Zamboni ha deciso di celebrare il centenario della rivoluzione bolscevica con uno speciale comizio musicale che “attingendo al linguaggio, alle parole d’ordine e ai simboli del socialismo reale, evoca il mito infranto della rivoluzione: della rivolta degli oppressi, del potere agli operai e ai contadini, della società senza classi e senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo”
I musicisti sono Massimo Zamboni (voce, chitarra) Angela Baraldi e Max Collini (voci), Danilo Fatur (performance), Simone Filippi (ritmiche), Simone Beneventi (timpani, vibrafono, ritmiche), Cristiano Roversi (tastiera, basso, programmazioni) ed Erik Montanari (chitarra).
Immagini filmate e il repertorio dei CCCP verranno combinati ad un’articolazione complessa e sentita di tutto il novecento.
Pankow Leningrad Togliattigrad, la Cortina di Ferro, il Muro, e poi ancora la Jugoslavia, la Cecoslovacchia… Nomi astratti, remoti come ricordi di scuola, come le estinte Cartagine o Babilonia.
Il Patto di Varsavia, la DDR, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, interi continenti inabissati nella voragine, come Atlantide. Cosa è rimasto nell’immaginario collettivo di quei mondi? Di quell’idea che ha fatto della liberazione dell’uomo dall’uomo uno dei suoi credo fondanti?
Il comizio musicale di Massimo Zamboni va in scena Domenica 12 novembre alle ore 21 al Teatro Verdi – via Ghibellina, 99 – Firenze
Biglietti posti numerati: Platea Gold 40 euro; 1° settore 35 euro; 2° settore 30 euro; 3° settore 25 euro
Prevendite nei punti
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