Aida Nosrat, nata a Tehran nel 1984, ha cominciato a studiare musica fin dall’età di sei anni, si è diplomata a 18 e per i sei anni successivi ha suonato tra i membri dell’orchestra sinfonica della sua città. Mentre le veniva impedito di intraprendere la carriera come cantante a causa delle leggi iraniane che proibiscono alle donne di esibirsi in pubblico, ha perfezionato la tecnica vocale con il maestro Gholamreza Reazayi, fino a quando nel 2016, non è riuscita a lasciare il paese per trasferirsi in Francia, dove da donna libera ha potuto avviare il suo nuovo percorso. Sono quattro gli album che ha pubblicato insieme a Manushan e Atin, due formazioni con le quali combina tecniche e stili diversi, che dalla tradizione persiana, transitano verso il flamenco e i territori della musica Jazz.
Barbara Parvi è un’artista apolide francese, le cui origini sono serbe e iraniane. Ha pubblicato alcuni EP e una serie di singoli, tra cui Voilà, presentato dal vivo all’edizione 2021 dell’Eurofestival e piazzatosi secondo, a venticinque punti di distanza da Zitti e Buoni dei Måneskin. Il suo è uno stile che combina gli aspetti più confidenziali della chansòn francese insieme al pop degli anni sessanta, riletti con una sensibilità aperta sia al jazz che alla world music. Attiva per la libertà, l’autoderminazione e i diritti delle donne, nel 2019 ha riscritto un brano del rapper Orelsan, trasformando un racconto di formazione al maschile come “Notes pour trop tard” nella canzone di lotta contro la violenza sulle donne “Notes pour trop tard x Le Malamour“, dove il malamore è il ricordo dei colpi presi per le carezze, un amore cieco e sordo che fa male.
Le due artiste insieme hanno inciso Daughters of Cyrus, rilettura di un brano scritto nel 1927 da Mohammad Ali Amir Jahid e Morteza Ni Dawood. Gli autori, racconta Aida Nosrat nel comunicato stampa, hanno preferito che il loro nome rimanesse nascosto per paura di ripercussioni da parte dei fanatici religiosi. Il brano si oppone all’imposizione dell’hijab e viene re-interpretato dalle due artiste in un momento in cui il movimento di liberazione delle donne sta nuovamente sbocciando.
170 anni fa, aggiunge Aida Nosrat: “Qurrat al-ʿAyn, fu uccisa perché osò togliersi l’hijab e nessun uomo si mosse per difenderla. 44 anni fa, dopo la rivoluzione islamica in Iran, le donne sono state obbligate a indossare l’hijab, e i nostri padri non si sono ribellati. Oggi gli uomini iraniani rischiano le loro vite e muoiono per la libertà delle donne. E questa è già una vittoria“.
Daughters of Cyrus è accompagnato da un bellissimo videoclip che tratteggia una storia visuale delle lotte per la libertà delle donne in Iran, fino alle strade incendiate dalla rivolta degli ultimi mesi.