Il video che ha segnato uno spartiacque nella carriera dell’artista londinese Martyn Thomas è sicuramente quello realizzato lo scorso maggio per San Holo. “Black and White” era una sperimentazione “estrema” sulle possibilità del rotoscope applicato all’animazione, capace di superare gli automatismi del processo, riconducendo i risultati dalla parte dell’artigianato compositivo.
I movimenti perfetti integravano delle interferenze che esplodevano, letteralmente nell’addizione di linee, colori, sfondi, fino ad immergere la forma nel collage.
Non è diverso il bellissimo promo diretto per Aspect, per il quale Thomas ha immaginato di immergersi in un rave con una cinepresa 16mm.
Costituito da linee e colori nel rapporto generativo con il nero, è anche questa una nullificazione dei principi che stanno alla base del rotoscope. Thomas seleziona, sceglie, riduce tutto ad un minimalismo esasperato, cercando di cogliere le pulsazioni del suono.
Da una parte le radici sembrano affondare nel lontano passato delle sinestesie tra jazz e animazione, dall’altra quella del geniale animatore britannico sembra una frontiera personale e creativa che elabora la cultura visual da una prospettiva nuova e più libera.