Lo sguardo inquieto e affamato di vita di Giulia Ercolini, cambia di stato la polarità dell’immagine nel bel video diretto da Zoe Ferrara per Barbato. La camera oscura dove vengono assemblati tutti i frammenti di un discorso amoroso, organizza l’indicibile. La luce dolente che attraversa gli occhi, diventa improvvisamente iridescente, riflesso invisibile della realtà empirica.
Tutto il video di “Lividi” gravita intorno al vagabondaggio di Giulia tra gli epifenomeni e l’energia riflessa nello specchio dell’osservatore. Insieme al brano del cantautore campano, le immagini promanano e nuovamente scivolano verso l’entropia. Eppure entrambi rilevano un punctum, una falda temporale irriducibile che risiede nella capacità di cogliere la forza dirompente dell’istante, mentre l’abisso è al di qua e al di là.
Del resto, il racconto pop di Barbato, mostra un continuo disallineamento rispetto alla dimensione affabulatoria del flusso di coscienza, con gli innesti di quelle sonorità post-punk, che agiscono sulla nostra memoria come un dispositivo riflesso di una lunga stagione di disillusioni.
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Barbato – Lividi – Il video diretto da Zoe Ferrara
Zoe Ferrara, fotografa di scena, direttrice della fotografia e regista di alcuni progetti legati principalmente al mondo della musica, collabora con il videomaker e fotografo Luigi Reccia per la realizzazione di Lividi. “Su questo lavoro – ci ha detto – Luigi ha curato montaggio e riprese ed è stato un workflow estremamente scorrevole, mi ha letta nel pensiero durante tutta la fase di montaggio: ero lì a supervisionare ma siamo stati quasi in silenzio“
Giato in 4:3, formato amato da entrambi, non ne hanno recuperato semplicemente l’aura, impiegando di fatto anche dispositivi “dismessi”, come la vecchia handy-cam.
Il lavoro sulla parola si è quindi delineato con una forma specifica: “Sono molo legata ai testi delle canzoni, soprattutto se italiane – ha specificato Zoe – per me la prima fase di scrittura viene sempre da lì. Dopo varie proposte mi è stato chiaro da subito che quello che sarebbe stato raccontato non doveva essere un’esplosione, ma un sussurro. Occupandomi di fotografia analogica, frequentando la camera oscura e spinta da Donato (n.d.r. Barbato, al secolo Donato Barbato) a essere un po’ “fuori dal nostro tempo” ho scelto di tornare un indietro all’immaginario di film come “Blow-Up”, “Una Giornata Particolare”, “Lost in Translation, “The Royal Tenenbaums”, “I Origins” e “Song to Song”, a cui mi sono ispirata. Mi sono resa conto solo alla fine di aver attuato, quasi involontariamente, forse per la mia ricerca fotografica, un vero e proprio autoritratto“
Giulia Ercolini è quindi un’incarnazione possibile di Zoe, ma si rivolge al nostro sguardo, nel tentativo di catturare un istante avulso da una dimensione identitaria troppo stretta. “Impersona me – ci ha detto Zoe – ma allo stesso tempo anche te che guardi a com’eri, come sei stato. Anche solo per un attimo, ti ritrovi immerso nei ricordi. Io fatico a riconoscermi quando guardo indietro. In quel momento ti fermi e pensi : ”Sembra una vita fa”, a volte lo sembra davvero“
Girato con una troupe ridotta, aderisce all’intimità del brano con un metodo specifico che coinvolge anche la scelta dell’attrice napoletana: “Lavorare con una professionista e amica come lei è stato come se si compiesse una scelta obbligata dal destino. Scegliere Giulia è stato naturale, è stata la prima persona a cui ho pensato e quando ha accettato ero al settimo cielo. Il suo lavoro è stato fondamentale e sono felice che si sia fidata della mia visione. Ha indossato i panni di una donna che in tre tempi diversi rielabora il passato: la prima in camera oscura, come se confrontarsi con i suoi ricordi fosse letteralmente una botta allo stomaco; la seconda quando lentamente li assorbe ed ho immaginato fosse il momento in cui iniziano ad apparire i lividi violacei dopo il colpo; ed infine la terza, quando sono spariti, quando si ha la sensazione di guardare sempre in quel punto preciso del corpo, giusto per accertarti che sia passato“
Girato su una terrazza al sicuro dal caos urbano, Lividi è anche la ricerca di uno spazio interiore dopo la tempesta. Quei lenzuoli stesi al sole nascondono un vecchio orizzonte e allo stesso tempo ne rivelano uno nuovo: “Credo e spero che chiunque abbia visto il video – ci ha detto Zoe – si sia ritrovato un po’ per caso a guardare i suoi vecchi lividi, adesso spariti“
Donato Barbato cantautore cresciuto ad Acerra (NA) ha una lunga esperienza alle spalle. Con i Godo’, ha all’attivo più di 100 concerti e aperture di prestigio durante 3 anni di attività. Barbato, il suo progetto solista è un mix riuscitissimo tra cantautorato e influenze legate alla storia, più o meno recente, del pop anglofono. Nel 2021 ottiene si classifica terzo ex aequo al Premio Brassens Città di Marsico Nuovo. “Lividi” è il secondo singolo uscito in ordine di tempo dopo “Domenica” e anticipa l’album d’esordio, previsto per la fine del 2022 per l’etichetta genovese Pioggia Rossa Dischi e con la produzione artistica e l’arrangiamento di Massimo Blindur De Vita.
Zoe Ferrara, napoletana classe ’97, si è diplomata in fotografia alla Scuola Internazionale di Comics. Dopo aver collaborato come fotografa di scena per alcuni videoclip, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nell’ambito di “Cinema, Fotografia e Televisione”, per proseguire gli studi magistrali in Linguaggio D’arte. Molte le collaborazioni come DoP, fotografa di scena e operatrice. Il suo primo videoclip come regista è “Fuoco e Lacrime” per Gesualdo, mentre in ambito musicale dirige il docufilm per la Bateria Pegaonda realizzato nell’ambito di un festival tedesco, e produce un documentario sulla band Scumma Do Mar, in occasione del loro ultimo concerto. Tra i suoi lavori molti i reportage video, sempre in ambito musicale.