Al quarto album, i Bear in Heaven di Jon Philpot recuperano le migliori intuizioni di Beast Rest Forth Mouth, il loro secondo lavoro pubblicato nel 2009 e le filtrano con la trasformazione pop e concisa di I Love You, It’s Cool, forse la loro uscita più discutibile e che rischiava di confinare le potenti derive Kraut in una formula convenzionale, riducendo la forza tribale del loro sound. L’acquisizione di Jason Nazary, il nuovo batterista del collettivo di Brooklyn, sposta nuovamente la percezione dando un senso a i love you, it’s cool come episodio di transizione e contaminando quell’assetto dancefloor con le stratificazioni a cui i Bear in Heaven ci avevano abituato. Il motorik di Nazary ha la forza viscerale di un suono live, e oltre ad innestarsi perfettamente con il basso di Adam Wills in un incidere ossessivo che non da tregua, diventa un ancora perfetta per il tagliente buzz chitarristico di Philpot; ballabile ed evocativo, Time is over one day old sembra aver trovato un equilibrio convincente tra la forma espansa dei primi lavori e la necessità di parlare una lingua più urgente e accessibile. Uno spirito propulsivo che si verifica nelle prime tre tracce dell’album, perchè se Autumn, Time Between, if i were to lie sono ficcanti mostri sonori a metà tra potenza innodica, proto disco music e i Material più concisi, la tessitura si complica con l’espansione eterea di They Dream, dove i synth si spalancano sull’infinito, la voce di Philpot li segue fino a liberarsi in un canto distante nella seconda parte, mentre nella prima metà il drumming di Nazary procede ossessivo; è un recupero delle suggestioni Kosmische che si ripete nelle scelte shoegaze di The Sun and The Moon and The Stars per poi interrompersi nella sorprendente Memory Heart, uno degli episodi più interessanti di tutto l’album che sintetizza il sound ritualistico dei primi Can in una dimensione ultrapop, evidenziando il duello tra chitarra e drumming. Tra l’inafferrabilità dei primi lavori e la riduzione generica di quelle intuizioni, i Bear in heaven hanno trovato una terra di mezzo che consente loro di catturare la potente sensualità del loro suono, sospendendolo tra potenza live e costruzione del brano; tra atmosfera e sostanza Time is over one day è un lavoro dal grande spessore sensoriale.