venerdì, Novembre 22, 2024

Malachai – Beyond Ugly: la recensione

Il viaggio dei Malachai prosegue dal lato orrendo dell’amore verso l’iperuranio dei sentimenti, per poi concludersi sulla terra. E’ l’anima a essere scandagliata, il pensiero che ci fa addormentare sdraiati sul nostro giaciglio quotidiano, che mescola cose già viste e già dette in ordine sparso, secondo i dettami del dr. Freud. Per il terzo episodio sulla lunga distanza, le cose cambiano poco: il flusso di coscienza continua imperterrito a snocciolare canzoni pop dalle basse tonalità, filtrate dall’eco della memoria, ma la ricerca della canzone pop in stile “pop side of Tom Waits” si ferma con il precedente Return to the Ugly Side (del 2011). L’apripista Sweet Flower promette qualcosa di nuovo, con meno filtri appiccicati alla voce di Gee, sembrerebbe portare verso un hard rock inconsueto, innovativo per i canoni sonori a cui ci ha abituati il gruppo. Ma basta la seguente Don’t Try This at Home per ricrederci: ritorna il teatrino di Brecht, il “venghino siori, venghino”, le solite tracce. Dragons Ball pare cantata sott’acqua, con la consueta batteria vintage filtrata oltre ogni limite; e pare un segnale quasi incoraggiante. L’altalena finisce qui: il resto delle tracce è un deja entendu continuo, inferiore sia alle aspettative che alle vere prove date nei dischi precedenti. Risalta la tribale I Deserve to No, semplicemente ritmata, e la seguente White Nuthin’ Sky, una Essex Dogs riedita nel 2014. The Love fa il verso ai Turtles in chiave minore, mai abbandonando come nel resto del disco tutta questa cupezza, che il licantropo in copertina ben descrive. Down to Earth invece riprende il filone soul dei sixties, aiutato dalle interpretazioni roche di Gee. Se il concetto di cui sopra viene espresso tramite le atmosfere cariche di ansia, è anche possibile dire che se il risultato dev’essere un disco come questo, bastava un Ep. L’evoluzione se non è cercata prima o poi viene a cercarti. Finite le cartucce delle ottime pop songs dei dischi precedenti, e in parte di questo disco, qualcosa di nuovo dovrà sorgere. 

 

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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