L’unico modo per uscire da un’adesione filologica ai propri modelli di riferimento è l’intensità.
Immergersi in un mondo sonoro specifico, come se fosse il rilevatore di energie più vicine al sentimento del tempo.
Il post-punk e le sue declinazioni più dark e goth sono ormai diventati un lessico, e se negli ottanta individuavano tutte le ansie di una realtà sociale e politica sull’orlo del baratro, possono nuovamente trasformarsi nel linguaggio di mediazione più appropriato per una nuova generazione di musicisti e di ascoltatori.
I Londinesi Black Doldrums, nati dalla sinergia tra il chitarrista Kevin Goddard e la batterista Sophie Landers, hanno inizialmente esplorato tutte le propaggini di quella neo-psichedelia che band come My Bloody Valentine e Spaceman 3 avevano ricodificato a cavallo tra due decenni, per asciugare successivamente il suono e renderlo più vicino alla radice di quelle stesse suggestioni, ovvero dalle parti dei Joy Division, dei primi Echo And The Bunnymen e del primo ipnotico disco dei Modern English.
In Limerence, secondo full lenght pubblicato recentemente per Fuzz Club, integra il basso di Daniel Armstrong e propone un suono potente, ipnotico e inesorabile che cerca di delineare un contrasto vivo tra un romanticismo impossibile e il buco nero di una realtà ormai proiettata verso il caos.
Black Doldrums – In Limerence – video recensione del Vinile Blu trasparente (Fuzz Club Records)
Su questo contrasto, la musica dei Black Doldrums costruisce una vera e propria drammaturgia sonora, tragica e immediata, riconoscibile eppure concettualmente radicata nel presente.
In Limerence è allora il lavoro più accessibile, ma allo stesso tempo il più compiuto della band londinese, perché si avvicina alla dimensione dell’amor perduto, dell’angoscia isolazionista, della solitudine come cifra ineludibile del contemporaneo, trovando un canale perfetto per esprimere la stasi esistenziale del presente.
Goddard/Landers sono allora attentissimi a creare un concept dall’immaginario specifico e che investa anche la parte visuale, coerentemente e interamente curata dalla band
Black Doldrums, il video di Dying for you diretto da Kevin Goddard e Sophie Landers
Quella dei Black Doldrums è allora musica dalla forte qualità sensoriale, capace di strappare una straziante componente emotiva dalle forme più ipnotiche della ripetizione.
Scivola via, ma si attacca in modo insidioso, diventando improvvisamente colonna sonora perfetta per descrivere il grido di una generazione spossessata dal proprio futuro.
Fuzz Club, label che accoglie attualmente Jesus And Mary Chain, Tess Parks e molti altri, pubblica In Limerence in una splendida versione in vinile colorato blu che valorizza l’artwork del disco, caratterizzato da una splendida foto a colori del percussionista e fotografo spagnolo Alex Amorós e dal design concepito interamente dalla stessa Sophie Landers. La inner sleeve riprende alcune suggestioni ossianiche e sepolcrali che caratterizzavano la gradazione di grigi marmorea di alcuni dischi 4AD degli anni ottanta, pensiamo in particolare al primo This Mortal Coil.
IN LIMERENCE si acquista da questa parte nello shop Fuzz Club