In un’intervista del 1989, Bob Dylan raccontava l’imponderabilità creativa di un live: “Non esistono due concerti uguali – diceva – potrebbe trattarsi della stessa canzone, ma al suo interno può emergere uno spazio possibile da elaborare, a cui non avevi pensato la sera prima”
Questa musica che si libera dalla pagina scritta, per attivare nuove connessioni tre parole e cornice sonora, è una caratteristica anche dell’ultimo, infinto tour di Dylan, cominciato nel novembre del 2021, interrotto momentaneamente durante l’acutizzarsi della pandemia, coadiuvato da uno speciale show online, pubblicato di recente con il titolo di Shadow Kingdom ed infine riattivato a pieno ritmo attraverso Stati Uniti, Giappone ed Europa.
Il Rough and Rowdy Ways World Wide Tour approderà anche a Lucca il prossimo 6 luglio come una delle date più attese del Lucca Summer Festival 2023.
Dylan torna in Italia dopo cinque anni per presentare una setlist che oltre a proporre una manciata di brani dal suo ultimo album del 2020, salta da un’era all’altra lungo la sua vasta discografia.
Ci sarà spazio quindi per Most Likely You Go Your Way (and I’ll Go Mine), brano del 1966 tratto da “Blonde on Blonde”; I’ll be Your Baby Tonight del 1967, estratto da “John Wesley Harding”, il suo ottavo album; To be alone with you, la prima canzone che Dylan registrò per “Nashville Skyline”, il nono album del musicista americano, pubblicato nel 1969; Watching the river flow, frutto di una lunga session registrata nel 1971 al Blue Rock Studio e pubblicata su singolo dalla Columbia durante lo stesso anno; Gotta Serve Somebody, traccia d’apertura di “Slow Train Coming” del 1979; Every Grain of Sand, uno dei brani più intensamente spirituali del nostro, scritto a pochi anni dalla conversione evangelica e contenuto su “Shot of love” del 1981.
La scaletta ha subito lievi variazioni nelle date dell’ultimo mese, alcune di queste riguardano la cover di Stella Blue dei Grateful Dead, che si aggiunge ad una più recente della stessa band, West LA Fadeaway, e allo standard That old Black Magic, tra gli altri portato al successo da Frank Sinatra, eseguito da Jerry Lewis nello splendido “The Nutty Professor” e incluso dallo stesso Dylan nel suo secondo album di standards pubblicato nel 2016 e intitolato “Fallen Angels”
Anche se le costanti rappresentano il 90 per cento dello show, cambia l’approccio, l’umore, la vita stessa della canzone, in un processo di riscrittura spesso radicale, che in alcuni casi ha messo in difficoltà i conoscitori più accaniti nell’individuazione del brano al primo colpo.
Durante il concerto Dylan siede spesso ad un piano verticale e suona l’armonica in alcune occasioni, in particolare durante la parte conclusiva di Every grain of sand. Insieme a lui, una band di cinque elementi: Bob Britt alle chitarre, Tony Garnier al basso e al contrabbasso, Charley Drayton alle pelli, Donnie Herron al violino, mandolino, pedal steel e lap steel, Doug Lancio alla seconda chitarra.
Le norme per il concerto, come avevamo annunciato nel precedente redazionale, sono strettissime per quanto riguarda i telefoni cellulari, che non possono essere utilizzati durante lo svolgimento del live per fotografare, riprendere i brani, pubblicare momenti della serata sulle stories dei social. Grazie a Yondr, la società incaricata di gestire l’utilizzo dei dispositivi, ad ogni spettatore sarà fornita una borsetta di plastica con chiusura a sigillo, dove il cellulare sarà custodito e riconsegnato immediatamente al proprietario. Questo significa che non ci saranno sequestri o custodie forzate, ma sarà adottato un metodo sostenibile, per consentire a chiunque di mettere da parte il proprio telefono.
La borsa potrà essere aperta solo in caso di emergenza, per effettuare eventualmente chiamate nelle zone preposte della stessa venue.
[Foto dell’articolo di Alberto Cabello from Vitoria Gasteiz, CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons ]