Nel 2020 Paolo Santamaria realizza il videoclip di “Dormo Poco e sogno molto” per España Circo Este, il progetto apolide di Garrincha Dischi, quell’anno in promozione con l’album Machu Picchu, il terzo della loro produzione e il secondo prodotto dall’etichetta fondata da Matteo Costa Romagnoli.
Filmato nei giorni appena precedenti al primo lockdown negli studi di The Factory, realtà creativa legata al regista marsicano, il lavoro è frutto degli sforzi dell’animatore Gianpaolo Calabrese, insieme a Marco Anselmi e ovviamente a Paolo Santamaria.
Nel video, il viaggio di un migrante, disegnato e animato con forme essenziali per lo più desunte dall’immaginario Internet, si ricongiunge a quello dell’amata, attraversando mari e terre da un dispositivo mobile all’altro, rompendo quindi i confini degli schermi e creando uno spazio immaginario tra un telefono e un tablet. Un piccolo, efficace saggio sulla nostra percezione del viaggio e della realtà più cruda, attraverso i dispositivi che comunemente e quotidianamente utilizziamo.
Mentre vi rimandiamo a questa intervista concessa da Santamaria a Indie-eye e dedicata al making del video, vorremmo soffermarci sui numeri, i riconoscimenti e il successo ottenuto da questo lavoro.
Dormo poco e sogno molto in poco tempo fa incetta di premi ai principali festival di settore, ottiene un riconoscimento anche a Cortinametraggio, uno dei festival italiani più longevi e importanti tra quelli dedicati ai formati brevi, fino alla vittoria nella sezione videoclip di Asolo Art Film Festival 2021.
Tra le motivazioni, si menziona ovviamente il “come”, oltre al “cosa”, ovvero il framework innovativo che innesca l’intera dinamica narrativa; la riflessione sui dispositivi e sul modo in cui filtrano la realtà più cruda ed infine l’originalità e la freschezza del concept tecnico principale.
Per Santamaria stesso, come ha raccontato al Berlin Music Award 2021 in questo video, i dispositivi, così comuni come oggetti con cui viaggiamo, diventano strumenti per raccontare un’altra forma di viaggio, capace di rivelare la contraddizione tra le possibilità connettive e una tangibile distanza, un vero e proprio muro che si frappone alla realtà empirica.
Il video ha totalizzato poco più di 15.000 visite fino a questo momento, un risultato comune per quanto riguarda i video legati a produzioni indipendenti, ma che ovviamente non ha niente a che vedere con la maggiore o minore qualità di un prodotto.
España Circo Este – Dormo Poco e Sogno Molto – il video di Paolo Santamaria (2020)
Facciamo un salto indietro al 2014. Lo studio creativo ucraino SYT-X, con base a Kyiv, dopo un considerevole portfolio in ambito pubblicitario e crossmediale, contribuisce a realizzare la animazioni per il nuovo video dei Brunettes Shoot Blondes, band conterranea fondata a Kryvyi Rih nel 2010.
Knock Knock anticipa di qualche mese la pubblicazione del primo EP intitolato Bittersweet e viene diretto dalla stessa band ucraina, insieme all’agenzia creativa, sfruttando 14 dispositivi mobili: sei iPhone, un iPod nano, tre MacBook Air, due iPad e due iPad mini. L’animazione, realizzata con l’ausilio di Adobe After Effects e Maya, viene segmentata in una serie di frammenti, per effettuare successivamente una sincronizzazione in tempo reale sui dispositivi coinvolti. Al centro l’impossibile storia d’amore di un uomo con la testa di coniglio, che insegue la donna desiderata da un dispositivo all’altro, affrontando numerosi ostacoli, tra cui il blocco del telefono, l’invasione di icone ed emoticons e altre avventure che si legano all’immaginario connettivo.
Questo è il risultato
Brunettes Shoot Blondes – Knock Knock, il video di Brunettes Shoot Blondes & SYT-X (2014)
Il concept e i risultati di Knock Knock sono praticamente identici a quelli del video di “Dormo poco e sogno molto”, ma la clip dei creativi ucraini è stata realizzata sei anni prima.
Cambia il senso nonostante la cornice tecnica e creativa?
Non del tutto, perché al di là delle differenze narrative, il nucleo tematico di due innamorati che non riescono a raggiungersi, rimane al centro, veicolando una riflessione molto simile sul muro di incomunicabilità che la società connettiva e always connected ha eretto tra individui.
Se il video con le animazioni di SYT-X sceglie una via giocosa e più in linea con l’immaginario pop, semplificando il tutto nella dimensione relazionale, il risultato non è meno “politico” rispetto alla variante introdotta da Paolo Santamaria e dal suo gruppo di creativi.
Il video di Knock Knock ha totalizzato ben 67 milioni di visualizzazioni, grazie ad una promozione virale imponente che ha offerto ai Brunettes Shoot Blondes una copertura internazionale molto ampia e la vittoria come “Best Concept Award” ai Berlin Music Video Award del 2015.
Che la rete sia costituita da una serie di bolle spesso incomunicanti è un fatto. Chi scrive ha visto il video per la prima volta un paio di settimane fa, nonostante la sua ampia diffusione internazionale.
La stampa italiana ne parlò nel 2014, ma tranne rarissime eccezioni, solo quella generalista, oppure le testate giornalistiche legate alla cultura tecnologica, all’informatica di consumo e al mondo Apple, per ovvi motivi, confermando la dimensione virale del progetto. Come sappiamo i video virali girano su un binario simile, ma parallelo, rispetto alla promozione dei videoclip tout court.
L’ecosistema di informazioni reperibili in rete è anche un ecosistema personale, filtrato da numerosi aspetti, alcuni dei quali possono avere a che fare con la casualità.
Ci chiediamo se sia altrettanto casuale una somiglianza così flagrante tra i due video, e questo non andrebbe certo chiesto ai creativi ucraini.
L’ideazione di Knock Knock, come dicevamo, è tra l’altro attribuita alla stessa band di Andrii Kovalov, tanto che i Brunettes Shoot Blondes figurano come registi del progetto, mentre studio SYT-X viene accreditato per la messa a punto dei segmenti animati.
A conferma di un’idea visuale ben precisa che ha accompagnato la promozione di Bittersweet, c’è il video omonimo, uscito dopo Knock Knock e che con metodi, set e stile diversi, mette sempre in scena una relazione incorporata e imprigionata tra gli schermi. A dirigerlo, lo stesso Andrii Kovalov