mercoledì, Dicembre 18, 2024

Bud Spencer Blues Explosion – BSB3: la recensione

Bud Spencer Blues Explosion o meglio, Bud Spencer Blues Exploit. Giunti al terzo LP della carriera dopo un’attesa che affonda nel 2011, il duo romano raggiunge con BSBE3 vette decisamente importanti, consacrando l’album uscito a giugno, come il migliore della carriera ad oggi. Se già in questi anni Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio hanno saputo ritagliarsi un preciso spazio nel panorama musicale, BSB3 fissa i contorni del loro operato rendendoli più che appetibili per panorami internazionali, a dispetto del cantato nostrano. Un album dalla lunga attesa che dal 2011 ha frapposto fra sé e l’ottimo Do It solo il fulminante EP Fuoco Lento. BSB3 è una salubre immersione in un garage rock infuocato e diretto, abbracciati il cui benvenuto è affidato al ruvidissimo saluto di Duel, un crossover distorto e dalle tinte stoner da cui è stato tratto un videoclip curato dalla regia di Alex Infascelli (regista e già produttore di numerosi videoclip per Frankie hi-nrg mc, Bandabardò, Verdena e altri ancora). Dieci pezzi che arpionano fin dal primo ascolto, ora attraverso i lividi di batteria aperti da Hey Man, ora col pulsare underground del synth della stupenda Mama. E dove il blues si fa meno evidente ci pensa la chitarra di Adriano Viterbini a fare pelo e contropelo ad ogni canzone, scandita dall’incedere micidiale della batteria di Cesare Petulicchio. Più di quaranta minuti che si consumano a gran velocità, fra duelli indetti a la lunga distanza con Rage Against The Machine (Duel), passando per i Black Keys (Miracoli, Inferno Personale) fino ai coretti malefici di un Josh Homme del periodo Songs For The Deaf (Rubik).
Suoni primitivi, fieri di arrecare disturbo e di entrare sgarbati nell’attenzione dell’ascoltatore. Suoni dove si alternano a roboanti session arcigne, momenti in cui l’aggressività tace e resta solo l’orizzonte arso dalla canicola di Camion, lo sfiorire desertico di No Soul o la ballata folk Troppo Tardi, parentesi conciliatoria che sembrerebbe totalmente dissonante col resto dell’album se non fosse per la ghost track di riscatto sul calar della fine.
BSB3 è un album dalla influenze squisitamente americane e nonostante l’artwork strizzi l’occhio alla composizione pink floydiana di Darkside Of The Moon, l’interno è un profluvio che troverebbe adeguato domicilio in qualche paese in Lousiana piuttosto che in Colorado o in Texas. Restando in Italia, BSB3 raggiunge già i vertici fra i migliori lavori del 2014.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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