domenica, Dicembre 22, 2024

Chapelier Fou – Deltas: la recensione

Il ragazzo francese con la passione per Lewis Carroll torna sulle scene e questa volta prediligendo il formato più lungo del LP. Era il 2011 quando usciva Alabama, stringata produzione che aveva gettato ulteriormente le coordinate per comprendere il giovane artista di Metz. Amante dell’elettronica raffinata che lo farebbe avvicinare al conterraneo Yann Tiersen, Louis Messin Warynski, questo il nome di battesimo del cappellaio, è un virtuoso del violino elettrico e abile giocoliere nel mischiare parti melodiche ad incursioni rumoristiche, orologi cristallini a synth dalle froge sbuffanti. Se nei precedenti lavori il richiamo al celebre personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie pareva appena accennato con Deltas le affinità elettive col romanzo sono sottolineate da richiami più espliciti. Del resto non sarebbe un buon cappellaio se non pretendesse una tazza di Tea, Tea, Tea o se non scandisse, iracondo, l’avanzata del tempo e il Ticking Time. Traccia dopo traccia Warynski non si lascia sfuggire l’occasione per ribadire quel tocco di sana alienazione ora suscitando la meraviglia dai contrasti di Gran Arctica, ora improvvisando feste meste nate dal pizziccorio delle corde di Triads of Two fino ad indire una schermaglia di laser e suoni campionati in I_o.

Rispetto ad Al Abama, Deltas è un album più organico che sembra rispondere ad un concept più definito e predisposto. Forse l’eccessiva cura, quasi cervellotica, rende poco godibile l’ascolto dell’intero album per tutte le dieci tracce. Sotto questo punto di vista, il formato EP di Al Abama giocava un ruolo importante nella fruizione del lavoro, distillata in forma mignon in sole cinque tracce. Warynski prosegue fermo sulla sua strada aprendo le porte a lievi sperimentazioni e perlopiù intensificando la quantità di meccanismi in gioco; aumentano i duetti violino-synth, aumentano i cambi di tono all’interno della stessa traccia e, infine, aumenta la varietà di sentimenti portati in scena. Capriccioso, pazzarello a volte uggioso ma di certo mai sereno, Deltas è un album completo seppur un po’ ripiegato su se stesso.

 

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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