Tornano a collaborare insieme C’Mon Tigre e Gianluigi Toccafondo. Un sodalizio cominciato quasi quindici anni fa in ambito teatrale e consolidato negli anni successivi, con il video di “Federation Tunisienne De Football“, ma anche con lo spettacolo dal vivo “C’mon Tigre racconta Toccafondo“, progetto che estendeva i confini del videoclip in una relazione “live” e attiva, presentata al Bologna Jazz Festival quattro anni fa. Che il collettivo consideri il territorio visuale inscindibile da quello musicale è chiarissimo dal modo in cui animazione, fotografia, illustrazione, digital art, calligrafia e cinema sperimentale, confluiscono nei loro progetti. Ne avevamo parlato approfonditamente per “Behold The Man“, scelto tra i migliori videoclip del 2019 dalla redazione di indie-eye e torniamo a parlarne per questo sorprendente “Underground Lovers“, che si candida come uno dei più belli per questo travagliato 2020.
Il video, co-diretto da Toccafondo insieme agli stessi C’Mon Tigre, doveva esser presentato in anteprima assoluta il 7 marzo scorso insieme ai disegni dell’artista presso la chiesa sconsacrata del Borgo delle Colonne 28 a Parma, ma l’evento è stato annullato, causa emergenza epidemiologica. Slittato quindi su nowness come anteprima online lo scorso 6 maggio, come il precedente è costituito da un numero incredibile di disegni realizzati a mano e successivamente animati con la personalissima interpretazione dello stop motion a cui l’artista di San Marino ci ha abituati.
Non è solo un lavoro che mette in relazione movimento e staticità, nel rapporto mai riconciliato tra “tableaux” e dinamismo che si verifica ogni volta e con diversa intensità, in tutto il cinema animato che guarda a quello delle origini, ma è anche uno studio accurato sulla luce, a partire dal modo in cui plasma i corpi dei protagonisti con le traiettorie luminose della morfologia urbana.
Il “Neon World” del primo Wong Kar Wai, certamente, ma anche quello di Ryū Murakami, per la capacità di mettere in relazione i corpi con una città che dissolve progressivamente la propria presenza in un reticolo elettrico, fino a trasferirsi nello spazio liminare della trasformazione, quello privato. Toccafondo e C’Mon Tigre elaborano una potente visione sull’erotismo, come energia carnivora e aptica che tutto divora: la porta del corpo come transito da un’identità all’altra.
Non è un caso che Tokyo sia la definizione urbana scelta come cornice; città amata, immaginata, anticipata dalla fantascienza, è il confine per eccellenza tra persona e tecnologia, qui rappresentata a partire da un’aura luminosa pulsante che trasmette ai corpi dei due amanti un codice che nessun isolamento può spezzare.