giovedì, Dicembre 19, 2024

Cooly G – Wait ‘Til Night: la recensione

È indubbio che il debutto di Merissa Campbell abbia portato un certo scompiglio positivo non solo in casa Hyperdub, questo perchè Playin’ Me si innestava perfettamente nell’ambito dell’etichetta giocando con sbordature e sconfinamenti e presentando una versione ipnotica, sussurrata, leggera ma allo stesso tempo fratta dell’universo R&B.

Wait Til Night, pur mantenendo lo stesso mood del predecessore inverte la priorità tra musica e voce esaltando la seconda, molto più presente anche in termini di stratificazioni, sovrapposizioni e arrangiamenti, tesi a costruire un’armonia musicale che ha proprio origine dalle caratteristiche erotiche del timbro di Merissa, una connotazione che unifica tutto l’album guadagnando in compattezza, quasi fosse un’unica jam senza soluzione di continuità, nonostante il tentativo di circoscrivere gli episodi entro i confini del pezzo concluso.

Questo non significa che i pezzi non ci siano, ma la tendenza di Cooly G sembra una volta di più quella della smaterializzazione degli elementi in campo come se la posta in gioco fosse l’esplorazione della sessualità attraverso un approccio minimale e di frontiera, a questo giro con appigli maggiori che consentono di guadagnare in comunicativià

Un pezzo come Fuck with you offre un po’ il senso di quello che stiamo dicendo, brano dalla consistenza quasi chamber pop, con quel campionamento di archi sintetici che ne forma l’ossatura mentre la voce di Merissa  crea un groove lieve ed erotico, memore dei momenti più ispirati nella musica di Neneh Cherry quando fonde insieme la libertà del Jazz con il basso ventre del dub; ed è proprio in questa intersezione che risiede tutto il fascino di Wait Til Night, album meditativo ma anche fortemente legato al corpo, essenziale e conciso rispetto all’impermanenza del passato, ma assolutamente ancora aperto ed evocativo nella forma.

Allontanandosi dalle suggestioni house degli esordi, emerge un confine R&B più marcato grazie anche alla minor evanescenza vocale come si diceva e all’assorbimento delle liriche a riconoscibili tematiche sessuali che consentono a Merissa di giocare con un campionario retorico utilizzato però senza accenti particolari, di norma sfruttati nel “genere” per sottolineare i passaggi più espliciti; invece di gemere a casaccio sceglie una via più naturale, vicina a quella di un’erotismo raccontato e mantenendo quell’atmosfera oscura, notturna, apocalittica e a tratti carpenteriana (la bellissima So Deep), uno degli elementi della sua musica ancora intatti e che rendono l’esperienza musicale di Wait til night tra le cose più suggestive disponibili di questi tempi.

Donatella Bonato
Donatella Bonato
Veneta, appassionata di tutti quei suoni che alterano la percezione, si è laureata in storia dell'arte nel 2010 e alterna la scrittura critico-musicale al lavoro per alcune fondazioni storiche.

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