lunedì, Dicembre 23, 2024

Dad Can’t Dance, il Podcast che resiste alla dittatura “Baby Shark”

Dad Can't Dance è un nuovo podcast dal titolo irresistibile, curato da tre professionisti che sono anche neo-papà. Se avete bisogno di istruzioni per resistere alla dittatura di Baby Shark, ma anche di un'ottima guida all'ascolto nella vasta proposta della musica di qualità, è il vostro porto sicuro. Si ascolta su Spotify, contiene molta musica e ve ne parliamo in dettaglio

Il titolo è assolutamente geniale. Gioca foneticamente con il nome di una delle band più creative degli anni ottanta, per descrivere la resistenza di tre professionisti che sono anche neo-papà.
Se “Baby Shark”, affermano i curatori di questo nuovo podcast, ha capitalizzato miliardi di visite sul tubo, orientando tutto il mercato della musica per bambini che irrimediabilmente affligge la abitudini d’ascolto dei genitori, Dad Can’t Dance, con le armi della competenza e dell’ironia, racconta un altro mondo musicale possibile, tra novità, classici e una playlist il più possibile lontana dalla proposta mainstream radiofonica.

All’interno una serie di rubriche, tra cui “sui giovani d’oggi ci podcasto su” e “Baby Parade“, che cercano un orientamento possibile per i giovanissimi, facendo giustamente a pezzi la retorica secondo cui la musica destinata a quell’utenza debba essere targetizzata dall’industria.

Tutti i padri martoriati dalle canzoncine confezionate per i bambini, dai jingle martellanti e da suoni che annichiliscono il cervello, possono trovare uno spazio di decompressione, ma anche un’ottima guida al panorama della musica internazionale di qualità.

Il podcast è curato da Alberto Brumana, papà di Ennio e creatore del blog HypFi – Canzoni tristi per persone felici, gioco sulla malinconia via playlist; Alfonso Mastrantonio, papà di Bianca, redattore per numerose trasmissioni di Radio2 (tra le altre: CaterXL, L’invasione degli Autogol) che aveva già lavorato per alcuni dei più importanti talent show della televisione italiana; Fabio Pozzi, papà di Mina, critico musicale per la rivista Awand, trimestrale a tiratura limitata che esce su cartaceo e da anni direttore dell’ARCI Pintupi di Verderio (LC) e del festival Pintupi Open Air.

Proprio al Pintupi, il prossimo 6 Novembre sarà allestito l’evento di presentazione del Podcast insieme ai tre conduttori, a partire dalle 18:00.

Dad Can’t Dance non è solo un talk show di interazione divertente e sagace, ma è anche un contenitore musicale. Si ascolta su Spotify da questa parte e include una selezione di brani con una modalità che lo avvicina maggiormente ad una trasmissione di vocazione radiofonica. L’ascolto è gratuito per tutti, ma la selezione musicale è fruibile integralmente solo da chi è in possesso di un account premium sulla nota piattaforma. Tutti gli altri possono ascoltare il podcast, ma la riproduzione dei brani è limitata ai primi 30 secondi per ciascuna traccia.

Lo spirito è quello grassroots e fai-da-te” ci hanno detto i fondatori e curatori del podcast “Una modalità che ha spesso accostato il fenomeno a quello delle radio libere“. E l’interazione tra i tre creator/conduttori è davvero molto divertente, perché nella diversità di approccio, carattere e gusto, emergono freschezza e libertà.

Il primo episodio disponibile si intitola “Digressioni di Settembre” e dura quasi 50 minuti. Tra chiacchere, considerazioni critiche e una presentazione dettagliata delle rubriche, passano in rassegna i brani di: Sudan Archives, Julia Jacklin, LIFE, Daddy Yankee, Anna Pepe, Nome, The Pogues, Fiery Furnaces, Wet Leg, Nilufer Yanya, i Botanici, Il Corpo Docenti, Bounce Patrol, Farrouko.

Dad Can’t Dance ha anche alcuni presidi in rete e potete trovarlo su facebook, ma anche su Instagram, ed infine su Twitter.

Le sigle originali di Dad Can’t Dance sono state realizzate da Matteo Bonavitacola, la veste grafica e il logo invece sono a cura di Enrico Bettella.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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