Gli X-Japan sono uno dei nomi più importanti della musica popolare giapponese. Tutta la corrente visual kei comincia con le loro intuizioni; a partire dallo slogan che li ha resi famosi: «Psychedelic Violence Crime of Visual Shock» sarà tutto un fiorire di band che pur attingendo al bacino di influenze dello speed-metal occidentale, ne estremizzeranno i fattori, dalla musica a tutti gli aspetti che coinvolgono la comunicazione visuale. Nomi come Kuroyume, Luna Sea, Malice Mizer e i primi Dir en grey, si muoveranno nel solco scavato dagli X Japan.
Fondati nel 1982 da Yoshiki Hayashi, sono rimasti attivi fino al 1997, per poi riformarsi secondo coordinate musicali diverse a partire dal 2007. Stephen Kijak, documentarista specializzato nella ricostruzione di storie e percorsi musicali non convenzionali (Jaco Pastorius, Scott Walker, i Rolling di Exile) firma la regia di “We are X“, il primo documentario effettivo sulla band di Yoshiki in programma al Festival Dei Popoli sabato 14 ottobre 2017, realizzato con una prossimità notevole al protagonista, ma anche con quello stile “talking heads” che gli consente di capirne l’influenza e il transito verso il mondo musicale occidentale.
We are X – il trailer
La storia degli X Japan è stratificata e complessa, attraversata dalla morte e dal suicidio oltre che dalla propensione al martirio del suo ideatore principale. I collassi durante le esibizioni live, l’approccio fisico e quasi letale con il pianoforte e sopratutto con la batteria, la spina dorsale irrimediabilmente deformata, l’esperienza e il confronto con il suicidio all’età di 10 anni, quando tornando a casa, trova il cadavere del padre riverso sul pavimento, la scoperta della ribellione dopo i primi anni di studi classici.
All’apice della fama, nel 1995, David Lynch entra in contatto con Yoshiki per dirigere il video di “Setsubou no Yoru (Longing)”, due anni prima di girare Lost Highway.
Oltre al videoclip, realizzato in studio a Los Angeles con gli esterni girati presso le location di Coyote Dry Lake a San Bernardino in California, Lynch realizzò un promo televisivo per lanciare il video e l’album, dove Yoshiki è nudo su una spiaggia di Malibu. Una versione alternativa del promo è inclusa nei footage inediti contenuti nel film di Stephen Kijak, dove Yoshiki è sempre nudo sulla spiaggia, circondato dalle fiamme, mentre Lynch grida disposizioni dal suo megafono.
Tra i lavori meno conosciuti del regista americano, il video completo di Longing è un sorprendente saggio sperimentale sulle trasparenze, i canali alpha e le sovrimpressioni che isola il corpo del performer tra oggetti, visioni e la memoria che diventa materia. Il video di Longing si era già visto in Italia in occasione della mostra lucchese David Lynch. Lost Visions, allestita presso lo spazio dell’Archivio di Stato di Lucca e organizzata dal Lucca Film Festival diretto da Nicola Borrelli. In quel percorso virtuale, oltre alle clip musicali più note, ovvero Wicked Games (1990 – Chris Isaak) Shot in the Back of the Head (2009 – Moby) Came Back Haunted (2013 – Nine Inch Nails), si poteva vedere anche quella girata nel 1995 per gli X Japan.
X Japan –