Cannis è a tutt’oggi l’ultimo singolo inciso dai kenioti Duma e il primo ad uscire fuori dal recinto dell’etichetta ugandese Nyege Nyege per la quale Martin Khanja e Sam Karugu hanno pubblicato un primo album nel 2020, capitalizzando una fusione estrema tra metal, industrial, elettronica, grindcore, trap e noise, elementi riletti attraverso innesti e poliritmie africane. Un progetto mostruoso in ogni senso che si è affacciato su territorio statunitense per un breve tour, in seguito all’inclusione di Cannis nel prestigioso Single Club di Sub Pop.
Il brano, nient’affatto mitigato per quanto riguarda suoni e approccio, nel 2021 è stato veicolato da un videoclip diretto dall’artista e creativo di Nairobi Robins Kiama e dalle nostre parti non è mai circolato.
Eppure è un clip che non può lasciare indifferenti e che traduce sul piano visuale, la natura mutaforma della musica prodotta dal duo.
Realizzato in elettronica, CGI e con un utilizzo massivo del green screen per creare innesti incongrui tra immagini filmate e interferenze digitali, si appropria dell’estetica glitch con modalità performative e animate da una forza tellurica e tattile.
Mentre si incontrano frammenti dell’immaginario videoludico, strane interferenze video-catodiche e altre forme legate all’elaborazione creativa del difetto, si consuma il rituale di evocazione di una divinità nata dalla fusione di angeli e demoni, cosmo e terra, peccati e fallimenti, sul crinale di una possessione aumentata.