Durante l’agosto del 1983 i Duran Duran si trovavano a Sidney per ultimare le fasi di missaggio di “Seven and the ragged tiger“, il loro terzo album. Russell Mulcahy, il regista australiano con cui avevano già stabilito un buon sodalizio, stava completando le trattative per Razorback, il suo debutto nel lungometraggio.
Il coinvolgimento nel video di “Union of the Snake” era quindi una connessione naturale e la sceneggiatura fu concepita da Mulcahy insieme a due manager e agli stessi Durans. Primo di una trilogia, secondo l’idea originaria del regista australiano, aveva un concept che risentiva delle atmosfere di Mad Max e Indiana Jones in egual misura e metteva al centro un manoscritto perduto e un mondo arcano nascosto sottoterra.
Fu sempre un’idea di Mulcahy quella di coinvolgere il coreografo Graeme Murphy per alcune sequenze che avrebbero dovuto animare il sottomondo, mentre nell’area desertica che copriva le attività di questa setta ancestrale, si muoveva una creatura metà uomo metà lucertola, ennesima rielaborazione dell’immaginario fantascientifico e horror che caratterizzava la visione di Mulcahy.
Il regista australiano dovrà abbandonare il progetto per dedicarsi anima e corpo a Razorback, tanto da spingere la EMI a rivolgersi ad un altro autore attivissimo nel campo dei videoclip, il neozelandese Simon Milne. Cresciuto in Italia e formatosi in Inghilterra, questi si era fatto le ossa come assistente alla regia, per poi passare al montaggio, scelta che lo condurrà dritto dritto nella fucina dei video musicali di quegli anni, proprio al centro dell’esplosione catodica veicolata da MTV.
Come regista era quindi attivo solo da due anni, ma aveva già diretto per band e muscisti di alto rilievo come Talk Talk, Kim Carnes, Marillon e Kajagoogoo.
Nonostante i tempi strettissimi, Milne accetta la commessa, anche perché aveva già avuto a che fare con i Duran Duran, sia come assistente sul set di Rio, sia per averli filmati live.
Lo sviluppo di “Union of the snake” fu quindi un lavoro collettivo, con Milne attivo sul set e il coordinamento coreografico di Murphy.
I temi e gli ambienti, incluso l’allestimento del set, erano fortemente legati alle idee di Mulcahy, anticipando in molte direzioni il video di Wild Boys che il regista australiano dirigerà personalmente l’anno successivo. Le analogie sono percepibili, ma anche le differenze nella gestione di set e movimenti, senza niente togliere a Milne.
In termini tecnici, fu uno dei primi video ad altissimo budget ad essere girato in pellicola 35mm, quindi abbandonando il nastro e introducendo la golden era di MTV come veicolo promozionale principale che stava letteralmente uccidendo le “radio star”.
Tant’è la clip fu veicolata una settimana prima rispetto alla diffusione radiofonica del singolo, creando un vero e proprio polverone interno alla gestione dei media in termini promozionali.
Il deserto australiano, il mondo sotterraneo, la creatura antropomorfa, il bimbo da salvare, provengono direttamente dall’universo di George Miller e dall’allora recente Mad Max 2, mentre lo spazio di convergenza ideato per il set, sarà una rilettura post moderna di quei props che avevano caratterizzato la storia del rock attraverso la televisione, praticabili che espandevano la possibilità dello studio televisivo, consentendo una fusione tra la magniloquenza delle produzioni cinematografiche, la danza e lo spazio performativo ritagliato intorno alle star, nella transizione tra finzione scenica e l’allestimento sempre più colossale dei concerti.
In questo senso il video inaugura una stagione importante, perché senza “Union of the Snake”, in termini di sforzo economico e produttivo, i video a venire non sarebbero stati possibili. Oltre al già citato Wild Boys è necessario ricordare i 17 minuti di New Moon on Monday, diretto da Brian Grant, ma soprattutto il progetto video-live Arena (An Absurd Notion) che connetteva un’imponente macchina live con una concezione narrativa più ampia, tanto da ideare i set di alcuni segmenti all’interno degli studi Pinewood a Londra, sfruttando i teatri di posa allestiti per le produzioni di 007. Frammenti che a loro volta vivranno autonomamente come videoclip .
I videoclip si configurano già come uno spazio intermedio, un luogo di convergenza dove confluiscono e allo stesso tempo esondano elementi provenienti o destinati ad altri ambiti, tra la danza, il Cinema e i grandi eventi performativi.