Tornano gli Earth di Dylan Carlson, maestri indiscussi del DDD (Drone Desert Doom), per chi ama le definizioni composite e un tantino da segaioli hipster.
Primitive And Deadly esce su Southern Lord, label americana di punta per i suoni Heavy Psych, e schiera una fila di special guest da far scattare la più classica delle ole da stadio: Mark Lanegan alla voce su due pezzi, Dave Catching dietro il banco di produzione (guru del Rancho De La Luna e fondatore degli Heartlings), Randall Dunn al moog.
Cinque lunghi brani (6 sulla versione in vinile) dove gli Earth si riconciliano in parte con il loro passato, irrobustendo parzialmente il suono delle chitarre ed in alcuni momenti diminuendo la rarefazione dei suoni che aveva contraddistinto l’ultima parte di carriera: l’iniziale Torn By The Fox Of The Crescent Moon è emblematica della nuova direzione, caratterizzata com’è da un riff heavy che sembra suonato da Dave Chandler dei Saint Vitus dopo averlo fatto disidratare sotto il sole cocente del deserto del Nevada.
Lo sciamano Lanegan marchia a fuoco la soffertissima There Is A Serpent Coming, mantra ancora dai sapori desertici e profondamente Blues. L’apice del disco si raggiunge però con il capolavoro Doom di From The Zodiacal Light, impreziosito dalla bella voce femminile di Rabia Shabeen Quazi, voce dei Rose Windows. Even Hell Has Its Heroes è un lungo, devastato assolo di Hard Blues Hendrixiano che mostra un po’ la corda; la conclusiva Rooks Across The Gate ci ripresenta ancora la voce di Mark Lanegan, in un Drone Blues che ipnotizza e riporta l’ascoltatore ancora una volta in mezzo al deserto di Joshua Tree dove il disco è stato realizzato, processione stordente di suoni visionari che ottundono i sensi.
In definitiva, l’intenzione degli Earth di cambiare un parzialmente rotta risulta sicuramente apprezzabile; non sempre si riesce a mantenere alta la tensione, ma nonostante ciò Primitive And Deadly è un lavoro intenso con alcuni picchi compositivi notevoli.