Oggi in molti si lamentano del fatto che il nuovo cantautorato italiano si mantenga a distanza di sicurezza dai temi sociali, non prenda posizioni, si ripieghi su se stesso, diversamente da quanto avveniva per la generazione precedente di musicisti. Gli Egokid spiazzano un po’ tutti con un titolo divertente, che racchiude una delle più grandi sfide di sostenibilità che il genere umano dovrà affrontare nei decenni a venire. Troppa Gente su Questo Pianeta. Duemila anni fa eravamo 230 milioni di persone. Duecento anni fa eravamo 900 milioni. Oggi abbiamo superato quota 7 miliardi.
Siamo forse in troppi per poter essere tutti felici ? Questa è la domanda degli Egokid nel 2014. Posta così, in modo abbastanza surreale, senza la pretesa di una riposta ingombrante. Di fatto la band milanese non vuole raccontare delle sorti del pianeta, ma mettere in versi e musica le frustrazioni dell’individuo che non riesce a concludere un percorso di autodeterminazione. Manca sempre qualcosa. Da qui l’intuizione del sovraffollamento. Tutti inseguono un’evoluzione personale, in molti non riescono a raggiungerla. Di questa moltitudine suonano e cantano gli Egokid.
Troppa Gente su Questo Pianeta offre dieci tracce pop molto delicate. Piergiorgio Pardo canta e suona tastiere e piano. Diego Palazzo canta, suona la chitarra, il piano e le tastiere. Fabrizio Bucchieri suona il basso. Giacomo Carlone la batteria. Cristian Clemente la chitarra. Davide Debenedetti si occupa dei sintetizzatori. Il primo brano, Il re muore, è una sorta di summa dell’intero album. E’ stato scritto insieme a Samuele Bersani. E in un certo senso ha anticipato l’uscita dell’ultimo lavoro degli Egokid perché il cantautore romagnolo ha voluto inserirla, con un arrangiamento diverso, in chiusura di Nuvola numero nove, il suo ottavo album, uscito lo scorso settembre. Una canzone sul trapasso dall’età dell’illusione a quella della solitudine consapevole. Tutto sembra finire, anche l’amore muore, e muore “per un dio minore”. Però in questa fine c’è un enorme senso di libertà. Ora che il re è morto svanisce anche il bisogno di un sovrano. Rispetto alla versione di Samuele Bersani quella degli Egokid ha un ritmo molto più spinto nelle sequenze strumentali. C’è però nelle due versioni una differenza sostanziale nel senso della canzone. Perché Samuele Bersani sul finale dice: “Mi sorprenderò ridendo a non riconoscere il sole che un tempo splendeva e che adesso muore”. Gli Egokid invece preferiscono: “Mi stupirò piangendo a non riconoscere il sole che un tempo splendeva e che adesso muore”. Samuele Bersani conclude il travagliato passaggio con un lieto fine. Per gli Egokid non è proprio così.
Gli altri sono brani molto intimistici. In alcuni casi sono dei veri e propri monologhi, come In un’altra dimensione, un brano in cui dominano le percussioni, in una ricerca impossibile di un mondo alternativo dove sia permesso fare tutto con amore. L’alieno è una canzone lenta in cui un non-umano, incapace di vivere i suoi sentimenti, chiede di poter fuggire via, in orbita. Non balliamo più è in apparenza un corpo estraneo. E’ un brano dedicato agli anni ’80, di cui richiama, in maniera forse anche un po’ caricaturale, le sonorità dance. Una generazione tradita dalle televendite e anestetizzata dal mito del progresso.
Troppa Gente su Questo Pianeta è il terzo album in italiano degli Egokid. Prima c’è stato Ecce Homo nel 2011. E ancora prima Minima Storia Curativa, nel 2008. Questo del 2014 è un lavoro molto intelligente, in cui concetti musicalmente difficili come la morte, il silenzio e la malattia sono inseriti con successo in un prodotto pop senza appesantirlo. Merito soprattutto degli arrangiamenti.