Muoviti Ferma; il corpo in lotta di Eleonora Bordonaro
Il video di Muoviti Ferma “lo abbiamo realizzato tra gennaio e febbraio, poco prima che scoppiasse il caso covid-19. Ci è voluto un giorno intero solo per allestire lo spazio delle riprese. Lo abbiamo infatti riempito con più di mezza tonnellata si sabbia lavica dell’Etna. Per un giorno ci siamo praticamente trasformati in manovali“.
Il nuovo video realizzato dal collettivo Cinepila per Eleonora Bordonaro lo racconta il regista Giovanni Tomaselli. Abbiamo ospitato il suo lavoro più volte e in particolare per l’esclusiva lancio di Cirasa di Jinnaru.. Il brano è quello di Cesare Basile, anche lui coinvolto nel nuovo lavoro sulla lunga distanza della musicista siciliana. L’arrangiamento di “Tridici maneri ri farisi munnu“, una delle tracce, è infatti curato dal cantautore catanese.
Cinepila e la Bordonaro entrano per la prima volta in contatto tramite Giovanni Calcagno, coautore del brano. Calcagno ha lavorato spesso con il direttore della fotografia di Cinepila, Premamanda Franceschini.
Il “falso movimento” del video acquisisce un significato ulteriore se sovrapposto alla condizione attuale legata alle misure di contenimento a contrasto del Coronavirus. Non si esaurisce ovviamente qui la sua potenza, perché è un lavoro di grande sintesi espressiva, sviluppato entro una cornice minimale ed essenziale che è il marchio di fabbrica dei Cinepila.
Il rapporto fisico tra corpo e terra è descritto come se fosse una lotta tra separazione e appartenenza. A un certo punto la sabbia lavica copre completamente il corpo della Bordonaro, lasciando emergere solamente la testa. Sembra la citazione di una foto scattata da Joel Brodsky, quella che ritrae la modella Barbara Cheeseborough nell’artwork di Maggot Brain, uno dei capolavori dei Funkadelik.
In quell’immagine vita e morte si scambiano continuamente di posto, con la terra che inghiotte un corpo, oppure, da una prospettiva diversa, lo feconda.
Giovanni Tomaselli ci ha parlato in modo molto chiaro di questa mobilità del significato: ” “Moviti Femmu” è un modo di dire tipico della provincia Catanese. Si tratta di un ossimoro che letteralmente significa “muoviti fermo”. Viene normalmente usato per chiedere a qualcuno di restare immobile. La sabbia lavica dell’Etna è perfetta per una trasposizione in immagini di questo concetto. Essa è grigia, tagliente, fredda eppure fonte di vita, di piante, fiori e frutti che rigogliosi la ricoprono. Tutto il video, il modo in cui è girato, illuminato e montato, vuole rimarcare quest’ambivalenza tra staticità e movimento”