Classe 1980, Diego Gavioli è nato a Cento, località dove vive e lavora. Formatosi presso il DAMS di Bologna è un videomaker, un insegnante di editing accreditato e un creativo a tutto tondo. I suoi videoclip combinano motion graphics con alcune suggestioni desunte dalle arti visuali. Nell’eterogenea varietà delle committenze, mantiene uno sguardo sperimentale molto coerente, capace di estendere lo spazio filmato attraverso un dialogo dinamico tra performance e aspetti concettuali.
Non è diverso il bel video realizzato per Eleviole?, al secolo Eleonora Tosca, performer milanese ma con base in toscana, già voce degli ARIADINEVE.
Per veicolare “Macchine Volanti“, il singolo estratto dall’imminente “Malinconie da manuale“, Eleviole? ha allestito una delle sue performance tra tessuti aerei sospesi a sei metri di altezza, dove prende forma un’idea di circo completamente legata al movimento acrobatico e alla danza.
Gavioli si inserisce in quel filone della videomusica che guarda alle arti performative, lasciando libera Eleonora Tosca di tessere la propria traiettoria creativa, ma allo stesso tempo trasformando quelle forme libere in un esempio di visual art in linea con la sua videografia.
Nel lavoro di Eleviole? come performer ci sono alcuni elementi che ci hanno ricordato le architetture teatrali costruite da Firenza Guidi (filmate qui da Indie-eye nel 2008), ma con una dimensione maggiormente spontanea, legata al teatro di strada e a tutto quello che si porta dietro, in termini espressivi e di anarchia creativa.
Rispetto ai suoi video più sperimentali Gavioli viene completamente incontro alle necessità performative e si ferma sul corpo di Eleonora sospeso a mezz’aria, sull’intreccio dei tessuti, sui disegni naturali tracciati da questo incontro.
Fa eccezione la parte introduttiva, dove sui praticabili che servono ad Eleonora per esibirsi, Gavioli individua un pattern geometrico che ripeterà in coda, come elemento grafico, genoma di un’idea alla base di quella comunione tra corpo, movimento e natura che viene suggerita dalla stessa esibizione: l’uso di una tecnologia leggera, basata su principi fondamentali di meccanica e gravità, come modalità non intrusiva per entrare in contatto con gli elementi che ci circondano.
“Era molto tempo che desideravo unire i tessuti aerei e le mie canzoni, ma non sapevo come – ci ha detto Eleonora – Non volevo che fosse un esercizio di stile perchè comunque non sono e non sarò mai un’acrobata, ma allo stesso tempo volevo dedicarmi anche all’aspetto performativo. E’ venuto naturale, chiacchierando con Diego Gavioli, cercare di mostrare quello che per me significa “stare in aria” cioè ritrovare un habitat, un posto dove danzare senza giudizio, un luogo davvero mio. E’ proprio in questo concetto che prende forma il mentre tutti gli altri fanno i grandi, progetto macchine volanti. Proprio come in un progetto meccanico portare un corpo in aria prevede mille piccoli dettagli e soprattutto tantissimo studio e fatica, ma la magia che ne scaturisce ripaga ogni sacrificio”.