venerdì, Novembre 22, 2024

Emiliano Mazzoni – Cosa Ti Sciupa: la recensione

Emiliano Mazzoni ha lavorato a Cosa Ti Sciupa, il suo secondo disco solista, in una casa in mezzo ai boschi, ma non ha nulla a che vedere con Bon Iver. Il bosco è sull’Appennino, ma non si vedono cavalli né Giovanni Lindo Ferretti all’orizzonte, se non nella collaborazione con Luca Rossi, ex Üstmamò che con Ferretti ha avuto a che fare. Ci troviamo ad ascoltare del cantautorato con il pianoforte come strumento principale, ma non siamo vicini, per quanto possibile dato il genere, a Paolo Conte o a Vinicio Capossela.
Mazzoni sembra infatti totalmente libero in ciò che fa, nella scrittura innanzitutto, capace di svariare tra registri alquanto variabili, e poi nella scelta degli arrangiamenti per i suoi brani, non dà punti di riferimento a chi lo ascolta e probabilmente nemmeno a sé stesso, muovendosi tra classicità e visionarietà, tra poesia e carnalità, tra eros e thanatos verrebbe quasi da dire correndo il rischio di sembrare un po’ troppo accademici.
Un esempio di questi mondi che si scontrano ed incontrano è Ciao Tenerezza, uno dei brani più belli e spiazzanti dell’album, dove ad una partitura di piano classicheggiante si accompagnano versi che raccontano una storia d’amore molto particolare, tra scambi di ruoli e merendine di merda che spuntano all’improvviso a rivoltare il mondo che andava costruendosi.
Non sfigurano nemmeno i brani dove Mazzoni osa meno, restando legato a modi di fare più convenzionali, ad esempio in Non Lasciarmi Qui, un ballabile dove Emiliano dimostra che la sua scrittura è assolutamente valida anche quando punta meno alla sorpresa e si affida quasi totalmente alla sostanza, cosa che accade con ottimi risultati anche in Tornerà la felicità, ballata struggente e piena di speranza.
Alla fine dei 41 minuti e degli 11 brani dell’album si è dunque pienamente soddisfatti e per nulla stanchi, conquistati da Mazzoni e dalla sua capacità di mantenere alta l’attenzione di chi ascolta, tra colpi di scena e soprattutto belle canzoni, anzi canzoni di bellezza, citando il primo brano del disco.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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