Per chi si fosse impegnato nella lettura delle Upanishad, le liriche di “Torneremo Ancora” potrebbero risuonare come famigliari. Gli stati del sogno a cui Franco Battiato si riferisce, poco hanno a che vedere con quella dimensione onirica che usualmente fa parte del bagaglio critico occidentale, ad uso e consumo di visioni dopate o peggio ancora, aumentate. Il musicista siciliano sonda un mondo parallelo, di densità ascetica, confinando le illusioni nello spazio materiale e la definizione di reale in quello del sogno. Impulsi della coscienza che indicano le tappe di un nomadismo spirituale, qui sollecitato dal riferimento ai pellegrini di Ganden, il monastero tibetano fondato nel 1409 dietro la spinta di una riforma radicale della disciplina monastica, poi messo a dura prova dalla violenza assoluta del comunismo maoista.
Juri Camisasca, che ha scritto il brano insieme a Battiato, chiarisce proprio questo aspetto: “I migranti di Ganden sono qui chiamati a rappresentare il percorso delle anime al termine della vita terrena e le vicissitudini che questa nostra esistenza comporta. Nel contesto del brano, la migrazione non va interpretata nell’ottica delle problematiche politiche. Migrante è ogni essere senziente chiamato a spostare la propria attenzione verso Cieli Nuovi e Terre Nuove, piani spirituali che sono dimore di molteplici stati di coscienza e che ogni essere raggiunge in base al proprio grado di evoluzione interiore“.
Disinteressati alle polemiche da clickbait che ammorbano il giornalismo italiano, ormai totalmente “abusivo” nello svolgimento di una funzione culturale sempre meno specifica, non ci soffermeremo sullo stato di salute di Franco Battiato, perché quello creativo e spirituale è ancora di grande livello. Un sincretismo rarissimo, in un panorama complessivo che ancora si nasconde dietro lo scudo distruttivo delle utopie modellate sui bisogni della società di massa.
Ecco che il viaggiatore Battiato libera ancora una volta l’essenza del suo “daimon” con un brano che potrebbe essere stato scritto ieri, come domani.
“Torneremo Ancora” è l’unico inedito contenuto tra una serie di riletture di alcuni tra i brani più significativi di Battiato, riscritti e riarrangiati insieme alla Royal Philharmonic Concert Orchestra. 14 tracce in tutto che usciranno in versione doppio LP (vinile) CD e download digitale, il prossimo 18 ottobre. Se la qualità è quella della title track, siamo molto vicini ad altre riuscitissime fusioni tra partitura “elettronica” e flusso di coscienza orchestrale, sperimentate per esempio in “Come un cammello in una grondaia”. Dietro la direzione del maestro Carlo Guaitoli, la tracklist dell’album è la seguente:
Torneremo ancora / Come un cammello in una grondaia / Le sacre sinfonie del tempo / Lode all’inviolato / L’animale / Tiepido aprile / Povera patria / Te lo leggo negli occhi / Perduto amor / Prospettiva Nevsky / La cura / I treni di Tozeur / E ti vengo a cercare / Le nostre anime / L’era del cinghiale bianco.
“Nelle versioni con la Royal Philharmonic Concert Orchestra – ha dichiarato Battiato – ho trovato nel suono, nel colore quasi metafisico che si è generato, ulteriori stimoli per scavare più in profondità. Da anni ho lavorato sulla conoscenza del mistero insondabile del passaggio. Da ‘La porta dello spavento supremo’ a ‘Le nostre anime’ sino al documentario ‘Attraversando il bardo’. ‘Torneremo ancora’ ne è una ulteriore testimonianza.”