Si vede tutta la sostanza fotografica del nuovo video di Gemma Ray. Steve Gullick, uno dei ritrattisti più importanti degli anni novanta per quanto riguarda l’immagine della musica, noto per gli scatti del suo Nirvana Diary. Nel 2014 viene pubblicato il suo photobook definitivo, 196 pagine che raccolgono l’esperienza di quegli anni oltre ad immagini imperdibili di musicisti come Mudhoney, Jesus Lizard, Screaming Trees, Hole, Soundgarden.
I video di Steve Gullick, realizzati in un numero circoscritto, identificano uno stile ben preciso. Se si esclude il bianco e nero contrastatissimo di Terribly Quelled, il video diretto per Hawk Eyes, forse il più tradizionale tra quelli da lui prodotti, tutte le performance assolutamente al centro delle sue clip, frappongono un velo, una cataratta, una sovrimpressione che complica la percezione dell’immagine e la rende evanescente. Il suo capolavoro in questo senso è il bellissimo video di You got a fire girato per Nadine Khouri nel 2015, a cui si aggiunge sicuramente il recente video girato per i Mugstar e intitolato Flemish Weave.
Con Gemma Ray Gullick sceglie il piano sequenza e lo arricchisce con quell’incertezza e impermanenza dello sguardo che ha caratterizzato i suoi video fino a questo momento. Un riflesso sovrapposto si interseca alla grana dell’immagine. Da un certo punto di vista la sincerità e il difetto della presa diretta, da un altro il lavoro della memoria sulla persistenza dell’immagine.
“Exodus Suite”, il nuovo album di Gemma Ray, uscirà il prossimo maggio.