Irene e Chiara Trancossi sono due creative eccezionali. La prima fotografa, la seconda scenografa e art director, in generale due figure professionali ormai fondamentali anche nello sviluppo del videoclip contemporaneo. Proprio su questo versante, le due sorelle hanno sperimentato più di una volta con la fidentina Glomarì, per la realizzazione dei videoclip che anticipano “A debita Vicinanza“, primo album sulla lunga distanza, già disponibile su tutti gli store digitali.
Irene e Chiara, anche loro di Fidenza, hanno studiato in contesti diversi per avviare successivamente una carriera creativa che si muove tra arte, sperimentazione e moda.
Insieme a Glomarì hanno ottenuto nel 2019 un premio importante alla Biennale d’Arte vincendo con il video di “Mostarda” il primo premio al concorso per giovani artisti indetto dal Comune di Venezia e noto come Artefici del Nostro Tempo. “Mostarda”, faceva parte della trilogia “Inaccadimenti”, insieme alle clip di “A suo modo danza” e “Liberà”. I tre video in questione sono stati diretti da Glomarì, mentre Chiara e Irene hanno svolto i ruoli di scenografa e direttrice della fotografia.
“Tramontofili” è il nuovo video co-diretto da Glomarì insieme alle sorelle Irene e Chiara Trancossi e conferma l’attenzione dell’artista fidentina per la componente visuale, aspetto che si combina con la sua musica in modo dialettico.
La clip, che presentiamo in esclusiva assoluta su Indie-eye Videoclip, la prima rivista italiana dedicata ai video musicali, è “frutto di un esperimento situazionista”. Glomarì insieme al musicologo Stefano La via trascorrono insieme alle Trancossi un “periodo di reclusione creativa” in una villa disabitata, dove la relazione tra oggetti e memoria diventa fondamentale.
Il video, con tempi e modi diversi dall’ipercinetismo attuale, apre una dimensione magica.
Chiara Trancossi in rete
Irene Trancossi in rete
Glomarì in rete
L’intervista a Glomarì, Irene Trancossi e Chiara Trancossi
Come nasce l’idea del video?
Glomarì: L’idea del video è nata quando il mio caro amico Stefano La Via, coautore del brano e coprotagonista del video “Tramontofili”, mi ha invitato a trascorrere qualche giorno a Roma e dintorni portandomi in alcuni dei luoghi significativi, tra cui la villa in cui è ambientato il video. Quando mi ha confessato tristemente che quel luogo magico e fuori dal tempo sarebbe stato messo in vendita, ho sentito il desiderio di organizzarci un ritiro creativo di qualche giorno che desse l’occasione di celebrarlo multidisciplinarmente , come una sorta di happening insomma, invitando Chiara e Irene a prenderne parte.
Il titolo della canzone e del progetto è nato in divenire durante la permanenza. La prima sera siamo rimasti incantati da un tramonto bellissimo che ci ha commosso e che abbiamo percepito come una sorta di metafora. Abbiamo iniziato a fantasticare dell’esistenza della figura del “Tramontofilo”, nella quale ci siamo identificati. Tutto sommato quello che stavamo facendo era contemplare e celebrare un piccolo universo che era sul punto di scomparire, in un certo senso affacciato sul proprio tramonto.
Potete dirci qualcosa in più della splendida location che avete scelto?
Si tratta di un luogo dove si sono intrecciate tante storie e tante generazioni, dove ogni oggetto sembra avere un’aura particolare. Il suo parziale stato di abbandono in un certo senso lo rende ancora più affascinante, avvicinandolo alla categoria del sublime.
Trovandoci molto coinvolte emotivamente abbiamo cercato di porci nei confronti di questo luogo quasi come si trattasse di una persona. Lo consideriamo a pieno titolo un vero e proprio co-protagonista del video, non una semplice location.
I tempi di montaggio non sono quelli del videoclip convenzionale. Prima di tutto c’è una dimensione assolutamente contemplativa. Potete parlarcene?
Il progetto è nato innanzitutto come esperimento situazionista di natura poetica, caratterizzato da una buona dose di improvvisazione e spontaneità, tant’è che canzone e video sono nati contemporaneamente in quei cinque giorni di ritiro, in un processo di contaminazione reciproca. L’approccio contemplativo è conseguenza del nostro atteggiamento immersivo.
Oltre a questo il lavoro sulla luce mi sembra centrale: riflessi, rifrazioni, apparizioni. Che tipo di scelte tecniche avete fatto, illuminazione naturale?
Queste scelte di luci e riflessi sono dettate dalla volontà registica di conferire al luogo un’anima e una personalità. L’approccio “voyeuristico” ci ha aiutato a generare l’impressione, forse non solo un’impressione, che lo spirito del luogo ci stesse spiando incuriosito, partecipando attivamente all’happening.
Abbiamo sfruttato volontariamente la luce naturale cercando di immortalare le dinamiche con cui si trasformava e trasformava a sua volta i vari ambienti.
c’è un’attenzione specifica agli elementi materiali del set, soprattutto pitture e oggetti d’arte. hanno un significato specifico?
Molti degli oggetti sono legati ad aneddoti, ognuno ha il suo, ed è stato interessante scoprirli dai racconti di Stefano. Uno degli oggetti più curiosi del video è senz’altro il metal detector, protagonista di alcune scene. La sua presenza fa riferimento ad una leggenda secondo la quale nei paraggi della villa vi è sepolto un misterioso tesoro. Per questo ci siamo divertiti a setacciare la zona, anche se con scarsi risultati!
Chiara fotografa, Irene scenografa e set designer. Potete raccontarci qualcosa di specifico sulle scelte operate per il video di “Tramontofili”?
Irene e Chiara: Sicuramente si è trattato di un approccio registico molto fotografico che ben si sposa con l’intento poetico-ritrattistico da cui è nato il progetto. Abbiano cercato di mettere la nostra sensibilità e la nostra linea estetica a servizio di questo progetto, per conferirne una dimensione sospesa e sognante, anche grazie ad un utilizzo attento della luce e nella ricerca di toni caldi e crepuscolari.
Con Glomari collaborate da alcuni anni, sviluppando formati non convenzionali, a metà tra la video poesia, la performance e il videoclip. In termini di scrittura e ideazione, come viene alimentata questa collaborazione?
Irene e Chiara: Nonostante ognuna di noi abbia un proprio background e competenze differenti ben precise, che percorrono gli ambiti della fotografia della scenografia e della musica, nella fase di ideazione i confini fra le le varie arti è come se si annullassero per fondersi in un’unica cosa, forse perché le nostre sensibilità sono molto allineate e questa fusione avviene spontaneamente.
Quanto di improvvisazione c’è nei lavori con Glomari e quanta nel video di Tramontofili?
Tramontofili, a differenza degli altri lavori, è stato il primo esperimento di “improvvisazione”, abbiamo deciso volontariamente di non partire da una sceneggiatura. Volevamo sorprenderci il più possibile e anche divertirci. Il non sapere cosa esattamente ne sarebbe uscito è stata la parte più stimolante!